F1 | Vivere la morte con gli occhi di un pilota

Lewis Hamilton è tornato a parlare del tragico incidente che ha causato la morte del giovane Anthoine Hubert e di come, in prima persona, vive vicende di questo tipo, che riguardano in maniera ravvicinata lui e tutti i piloti del circus.

Sono passate poco più di due settimane dalla dolorosa scomparsa del pilota di F2 Anthoine Hubert, nel corso del GP del Belgio, dovuto ad un gravissimo incidente che ha visto coinvolti il francese con Juan Manuel Correa, anche lui in gravi condizioni, ancora in coma indotto.

Il pluricampione del mondo Lewis Hamilton è tornato sull’argomento, spiegando come vive in prima persona situazioni delicate come quella: “La morte scuote sempre. Io l’ho già sperimentata prima di Hubert in Giappone, con Jules Bianchi, e ancora prima a undici anni, sui kart.” – confessa il pilota britannico – “Non so come ognuno la viva, io resto colpito profondamente nell’anima. A Spa è stato davvero difficile. Non sono riuscito a dormire, non riuscivo a credere a quello che era successo. Immagino che la mente lavori tanto per farti abituare a una nuova realtà. Quest’anno abbiamo anche perso Charlie Whiting e Niki Lauda, ma il mondo continua. Diamo molte cose per scontate, tutti noi lo facciamo. In realtà alla fine di ogni Gran Premio sono consapevole che i miei giorni potrebbero essere contati.”

Parole molto d’impatto quelle del cinque volte campione del mondo di F1, ma parole vere, il motorsport è anche questo e spesso un pilota non può nulla per evitare che determinati eventi prendano una certa piega o che la sicurezza stessa possa evitare la morte.

Siamo nel 2019 e non c’è misura di sicurezza che tenga, la quale avrebbe potuto salvare il povero Hubert dalla morte in quella circostanza.

Sono piloti, amano ciò che fanno, ma sono pienamente consapevoli dei rischi che corrono, spesso ci si chiede com’è possibile che si arrivi a tanto, ma non ci sarà mai una risposta, perché il motorsport è questo.

Ci sono stati decessi (evitabili e non) in passato, ci sono ancora oggi e purtroppo ci saranno anche in futuro.

La forza e la mentalità di un pilota lo si vede soprattutto e anche in questo, perché a volte non basta amare ciò che si fa; proviamo ad entrare nella testa di uno di loro, nel corso del weekend del Belgio, quanti pensieri possono aver innescato domande come “ne vale davvero la pena rischiare così tanto?” o anche un semplice “lì ci sarei potuto essere io”, pensieri con cui dover fare i conti in maniera preponderante davanti a eventi come quello di quel maledetto sabato.

Aldilà del talento, delle vittorie, delle rivalità in pista, è questo ciò che bisogna ammirare di un pilota in F1, sono ragazzi come noi, come voi che state leggendo, i quali, come ha dichiarato Hamilton, riescono a “dare per scontato” una variabile gigantesca come quella della morte, ed è paradossale come un’attività, un evento, una passione, uno sport, in grado di unire e legare le persone, possa costare così tanto.

Dare per scontato non è giusto, ma è la consapevolezza e il coraggio che weekend dopo weekend gli consente di indossare tuta e casco e far salire l’adrenalina, siamo noi fan, tifosi, giornalisti, che non possiamo permetterci di dare per scontato il fatto che loro, curva dopo curva, istante dopo istante, potrebbero non esserci più e forse noi non potremmo mai capirlo quanto loro, che su quelle monoposto ci salgono, che questo sport lo vivono.

Loro non possono fermarsi, lo sport non può fermarsi, la F1, che oggi più di ogni altro periodo storico è anche un business oltre che uno sport, non può fermarsi.

Sentire parole di un certo peso, da Lewis Hamilton, non l’ultimo arrivato, fa sempre un certo effetto, siamo davanti ad uno sport in cui non si può sottovalutare niente, ma forse si impara a dare per scontato, qualcosa che diventa più grande e incontrollabile di noi, o meglio, di loro.

Anthoine Hubert, 1996 . 2019La dimostrazione che la passione per lo sport, la voglia di non mollare e non cedere mentalmente davanti a batoste, che, fanno parte da sempre di questa “arte”, e nessuno potrà mai controllare, ci fa capire quanto sia complesso fare il pilota e quanto sia complesso stare in contatto con questo mondo.

Amiamo ciò che vediamo e amano ciò che fanno, motorsport is dangerous.

Il nostro pensiero va ad Anthoine.

Giuseppe Piccininni
Giuseppe Piccininni
Graduated Computer Science student. Articolist for F1sport.it, FIA Accredited. Twitter: @MasterOfPeppe

Ultimi articoli

3,745FollowersFollow
1,110SubscribersSubscribe
Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com