F1 | Sospetti sul motore Ferrari

Dopo la vittoria di Monza, i team avversari sono rimasti sorpresi dalle prestazioni della nuova PU Ferrari. Red Bull ha chiesto alla FIA di effettuare delle verifiche.

Tutti noi abbiamo ancora negli occhi Hamilton che, con DRS aperto, non riesce nemmeno ad avvicinarsi alla SF90 di Leclerc, vincitore della corsa. Se sapevamo che la monoposto fosse caratterizzata dal poco drag sui rettilinei, nessuno pensava che sul dritto fosse così inarrivabile. Tutta questa velocità di punta ha suscitato però dei dubbi e delle  nel paddock. La Ferrari è stata sempre durante la stagione quella con il motore più potente, ma è innegabile che con la Spec3 il passo in avanti è stato enorme. Tanto enorme da destare qualche dubbio sulla legalità del propulsore di Maranello.

Red Bull ha chiesto alla FIA delle verifiche supplementari sulla power unit delle monoposto di Vettel e Leclerc. La risposta non è ancora arrivata, ma anche Mercedes ha espresso perplessità. Se la FIA accoglierà la richiesta, verrà nuovamente esaminato il nuovo motore del Cavallino. Se ci fossero delle irregolarità la Federazione molto probabilmente chiederà delle spiegazioni ai motoristi Ferrari e poi deciderà cosa fare.

Ci sono tre “teorie” su come Ferrari sia riuscita a trovare tanta potenza:

La prima afferma che la batteria, invece di erogare 120 kW come dice il regolamento, ne eroghi 160kW per un brevissimo lasso di tempo. La differenza sarebbe quindi di 54 cavalli (120 kW equivalgono a 163 cv circa, invece 160 kW corrispondono a 217 cv).

La seconda si basa sulla nuova pompa dell’olio, progettata proprio per questo aggiornamento. Si pensa che quest’ultima spinga nella camera di combustione più benzina di quella concessa. Questo stratagemma sarebbe usato nel Q3 e nei momenti di attacco/difesa in gara.

L’ultima si basa sul collettore d’aspirazione. Esso collega la scatola d’aria con il motore ed è raffreddato ad olio. Qualcuno ha ipotizzato che una parte di questo olio venga bruciato insieme alla benzina per aumentare la performance

Queste possibilità sono valide da un punto di vista teorico, il problema è un altro. Ogni monoposto ha una centralina, montata dalla FIA, che monitora qualunque cosa la monoposto stia facendo. Questo cuore elettronico serve appunto per evitare furbate come quelle precedentemente dette, ma ciò non nasconde totalmente la possibilità che a Maranello abbiano sfruttato le cosiddette “zone grigie” del regolamento per migliorare il motopropulsore. Per il momento bisogna aspettare una presa di posizione da parte della FIA e aspettare il da farsi.

Tommaso Magrini
Tommaso Magrini
Editore di F1Sport.it Studente in Operatore Giuridico d'Impresa presso l'Università degli Studi dell'Aquila. Mail: tommasomagrini@f1sport.it

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