F1 | Come affrontare l’ostico Hungaroring?

Ci dirigiamo verso l’ultimo GP prima della sosta, facendo tappa all’Hungaroring, al cospetto di uno dei tracciati più tecnici e complessi del campionato.

Ci dirigiamo verso l’ultimo appuntamento prima della consueta sosta estiva di 3 settimane, nel corso di questa stagione di F1.

Si va in scena all’Hungaroring in Ungheria, su uno dei tracciati più tecnici del calendario, con i suoi 4381 metri e le sue 14 curve, non darà vita facile ai team nel corso di questo weekend.

Il tracciato spesso risulta sporco al di fuori delle traiettorie, questo riduce notevolmente il margine d’errore nel corso del giro secco, avendo sempre curve molto ravvicinate.

Tutti i settori di questo circuito sono molto simili, poiché in gran parte del tempo si avrà il volante ruotato.

Otto cambi di direzione su quattordici, fanno capire quanto sia complicato effettuare sorpassi su un tracciato come questo, che vede le migliori opportunità di sorpasso in curva 1,curva 11 e curva 12.

Il settore meno “ostico” sotto l’aspetto aerodinamico è proprio il primo, caratterizzato da circa due rettilinei, intervallati da curva 1,2 e 3, in particolar modo sarà curva 2 a mettere a dura prova l’aderenza della monoposto.

Concluso il settore 1, si assiste alla parte più tecnica e complessa del tracciato, il settore 2 e 3 sono molto simili tra loro, si alternano curve molto estese, in cui conta proprio l’aderenza e la velocità mentre la si percorre, e cambi repentini di direzione che vanno percorsi nel minor tempo possibile e con traiettorie molto strette.

Occhi puntati sulla velocissima curva 4, la quale può essere teatro di pericolosi incidenti o “spin” indesiderati, che immette nella lunghissima curva 5 ad ampio raggio.

La serie di curve 6-7 e 8-9 saranno determinanti per ottenere un ottimo tempo sul giro in quanto la minima correzione farà perdere al pilota decimi preziosissimi, che difficilmente potranno essere recuperati.

Il rettilineo dopo curva 11 crea un’ottima opportunità di sorpasso per la curva 12, ad angolo retto, così da poter affrontare ruota a ruota i lunghissimi tornanti 13 e 14, davvero molto molto stressanti per le ruote anteriori, che poi immettono sul traguardo.

I rettilinei molto brevi ci fanno capire quanto sia fondamentale favorire l’aerodinamica e la deportanza a discapito della potenza di motore, poiché per il 65% del tracciato si percorre il giro a volante ruotato.

Le zone DRS sono presenti dopo la pesante curva 1 e sul rettilineo del traguardo.

Si tratta di un tracciato in cui la furbizia può anche essere una carta fondamentale, proprio come successe alla Ferrari con Fernando Alonso nel 2014, ma ciò che conta oltre alla già citata aerodinamica, è una gestione impeccabile degli pneumatici Pirelli, che da un po’ di anni creano non pochi problemi alle scuderie a livello di temperature.

Si tratta di un tracciato stressante per la monoposto, che mette a dura prova le abilità dal pilota, il quale dovrà affrontare meticolosamente le giuste traiettorie per ovviare alle ostilità di uno dei tracciati più difficili del campionato.

Gli ultimi 3 appuntamenti ci hanno regalato gare al cardiopalma, scioccanti, in grado di tenerci incollati al televisore, potremo dire lo stesso del famigerato Hungaroring?

Non ci resta che scoprirlo.