F1 | Astri nascenti: Lando Norris

Ci sono giovani e giovani. Talenti che sbocciano all’improvviso, inaspettati. Ragazzi investiti dalle luci della ribalta per i propri meriti sportivi, o perché portano sulle spalle il peso – a volte un vero e proprio fardello – del nome e della storia dei propri padri, magari alleggerito dagli zeri di qualche corposo assegno. Piloti emergenti, diamanti da sgrezzare, alcuni che inevitabilmente si perderanno nella centrifuga fatta di pressioni, aspettative, media social e tradizionali.

E poi c’è Lando Norris.

di Filippo Toffanin

Con i suoi ventidue punti in classifica generale dopo nove appuntamenti iridati, che gli valgono l’ottava piazza dietro al compagno di squadra Carlos Sainz, il diciannovenne pilota della McLaren originario di Bristol è il migliore dei debuttanti in questa stagione. Staccati sia Alexander Albon su Toro Rosso che George Russell su Williams in una riproposizione a posizioni rimescolate del podio mondiale della F2 2018.

Sebbene le prestazioni delle monoposto siano un fattore, soprattutto nel caso di Russell, Norris ha colpito per la sicurezza e la consistenza con cui ha ottenuto risultati di tutto rispetto in questa prima metà di stagione: quattro volte a punti, con un crescendo che lo ha portato ad ottenere due quinti posti consecutivi nelle qualifiche delle ultime due gare. Per il grande pubblico sono risultati certamente sorprendenti, non per gli addetti ai lavori e soprattuto non per la McLaren che lo mette sotto contratto già nel 2017 dopo una prestazione sfavillante nei test all’Hungaroring.

Entra nel team sostituendo nel roster dei piloti il Campione del Mondo 2009 Jenson Button, con il quale curiosamente condivide gli esordi nei kart sul circuito di Clay Pigeon, nel Dorset, Regno Unito. Lando, il cui primo amore sono le due ruote ed è ancora oggi un tifoso appassionato di Valentino Rossi, gareggerà sin dall’età di sette anni assieme al fratello Oliver, di tre anni più vecchio. Entrambi i fratelli Norris sono sostenuti nell’avventura motoristica dal padre, Adam Norris, a sua volta un talento precoce nel campo della finanza: amministratore delegato di una compagnia assicurativa a trentatré anni, fondatore e proprietario di un fondo d’investimento a trentasei ed oggi nella Top 20 degli uomini d’affari più ricchi di Bristol e dell’intera Gran Bretagna con un patrimonio stimato in oltre duecento milioni di sterline.

Il portafoglio certamente aiuta, ma Lando ci mette molto del suo: campione di Formula MSA nel 2015, nel 2016 vincerà ben tre diversi campionati (Toyota Racing Series, Formula Renault NEC e l’Eurocup Formula Renault), entrando poi nel junior team McLaren nel 2017. Partecipa e vince lo stesso anno al campionato F3 con la scuderia Carlin, classificandosi invece secondo del mondiale F2 2018. Un’ascesa quella di Norris fatta di sudore e vittorie. Nella F1 iper tecnologica del ventunesimo secolo, il pilota inglese si è fatto notare per la padronanza del mezzo data anche dalle migliaia di ore passate al simulatore, ma non solo: Lando è un appassionato e-racer, e su Youtube spopolano i video delle sue imprese virtuali dove lo possiamo trovare in versione tester del nuovo titolo di Codemasters F1 2019, o a competere con Max Verstappen in sessioni online di IRacing, per l’estasi di fan del motorsport e nerd di tutto il mondo.

Talento, dentro e fuori l’abitacolo, una brillante comunicatività, etica del lavoro, maturità: Lando Norris porta le stigmate del campione, oltre ad una ventata di freschezza di cui la categoria ha fortemente bisogno. Certo, il rischio di perdersi è concreto – si pensi alle pieghe complicate prese delle carriere di piloti quali Kvyat o Gasly. Eppure, se come diceva William Shakespeare è vero che “l’amore dei giovani non sta nel cuore, ma negli occhi”, quelli di Norris esprimono una passione sconfinata per il motorsport che lo porterà quasi certamente a combattere in futuro per podi e vittorie con gli altri attori della golden generation della F1.

Filippo Toffanin