F1 | Messico: la Red Bull vince ma Ricciardo è ormai un caso

La Red Bull replica il trionfo del 2017 in Messico con Max Verstappen, mentre Ricciardo è stato costretto all’ennesimo ritiro. Senza il ritiro a pochi giri dal termine dell’australiano, sarebbe stata doppietta per il team anglo-austriaco.

La Red Bull ha conquistato la vittoria del GP del Messico con Max Verstappen. Invece Daniel Ricciardo è stato costretto ancora una volta al ritiro mentre occupava la seconda posizione. Senza il ritiro del pilota di Perth poteva essere una doppietta per la scuderia di Mateschitz. Davvero un peccato per il team Red Bull dopo l’intera prima fila conquistata in qualifica nella giornata di sabato.

Se da un lato c’è l’esaltazione per la vittoria di Verstappen, dall’altra c’è la frustazione da parte di Ricciardo per l’ottavo ritiro stagionale.

L’australiano nel dopo gara ai microfoni di Sky, aveva una tale rabbia dentro di se che ha detto chiaramente di voler solo pensare all’anno prossimo. Come se Ricciardo quasi non voglia più disputare gli ultimi due GP della stagione.

D’altronde è perfettamente comprensibile lo stato d’animo di un pilota che nel giro di ventiquattro ore passa dalla gioia della pole position, alla rabbia per l’ennesimo ritiro in gara. Ricciardo al momento del ritiro era secondo, e si stava difendendo molto bene dagli attacchi di Vettel. Ma a sole nove tornate dal termine l’ennesimo problema della power-unit Renault (Tag Heuer ndr) ha costretto l’australiano al ritiro.

Un pilota del calibro di Ricciardo merita molto più rispetto da parte del suo team, da Horner e da Marko soprattutto. Il rischio di non vedere Ricciardo negli ultimi 2 GP stagionali con la Red Bull sembra un’opzione non da scartare, soprattutto dopo le dichiarazioni di Daniel nel post gara.

D’altronde qualsiasi pilota reagirebbe allo stesso modo dell’australiano, quando sai di essere stato messo già in disparte dal tuo team ancor prima del termine della stagione.

Ma purtroppo, questa è la politica all’interno del team Red Bull, decisa ovviamente da Helmut Marko. Il manager austriaco magari un domani si comporterà così anche con Max Verstappen, quando l’olandese forse non rientrerà più nei piani della scuderia di Milton Keynes. Ma prima che accada una cosa del genere ne dovrà passare di tempo.

Un Max Verstappen carico come una molla, con l’olandese che è sempre quasi stato al comando della corsa. La gestione della gara da parte di Verstappen è stata perfetta. “MadMax” ha spinto quando doveva spingere per aumentare il gap nei confronti degli avversari, ma l’olandese ha saputo gestire le gomme nelle fasi salienti della corsa. L’unico brivido per Verstappen è stato nel finale di gara dopo il ritiro di Ricciardo. L’olandese ha ripetutamente chiesto al muretto box se la sua power-unit era apposto nella telemetria. Lo stesso muretto box ha subito tranquilizzato Verstappen, avvisando l’olandese che tutto filava lascio nella sua RB14.

Oramai Verstappen è diventato un pilota non solo veloce, ma anche molto maturo nella gestione gara. Inoltre non commette nemmeno più errori in pista come qualche periodo fa.

Il figlio d’arte è pronto per lottare per qualcosa di più che vincere qualche GP a stagione. E se nel 2019 la Honda darà una power-unit valida alla Red Bull, ci sarà anche Verstappen a giocarsi il mondiale.

Con la vittoria del Messico, salgono a quattro i successi della Red Bull in questo mondiale. E chissà che il team anglo-austriaco non possa ambire alla quinta vittoria stagionale in Brasile tra due settimane ad Interlagos.

Alberto Murador