Troppo eclatante la mossa Mercedes nel gioco di squadra, che hanno fatto tutti, ma occorre deciderlo prima che in gara. Forse è meglio per Bottas seguire l’esempio di Berger con Senna…
| di Marina Beccuti
La lotta intestina tra Senna e Prost è rimasta epica, forse la più potente da che è nata la F1. I due usavano colpi bassi per vincere perché non si fidavano l’uno dell’altro ed erano due talenti nello stesso team. Uno compensava l’altro, il francese era abile a gestire le dinamiche interne e politiche del team, il brasiliano tutta la sua innata bravura, da fuoriclasse puro. A seconda di come intendevano questo sport, gli appassionati sceglievano il campione che meglio li rappresentava. Quanto ci mancano quelle gare spettacolari.
Prost alla fine decise di andarsene dalla McLaren e arrivò Berger, che tentò di battere Senna, ma non ci riuscì. Si rese conto, poi, che la miglior cosa era assecondare il brasiliano, non sarebbe riuscito a stargli davanti, tanto valeva aiutare il team a vincere il titolo. Poi Senna, con il terzo titolo in tasca, a Sukuka, era il 20 ottobre 1991, negli ultimi chilometri della gara giapponese, rallentò per permettere al suo leale compagno di squadra di vincere la sua prima gara con la McLaren. Un premio deciso da lui stesso.
La storia di Berger dovrebbe far riflettere Bottas, un bravo pilota, ma più scudiero che prima guida, può emergere in qualche circuito ostico a Hamilton, ma alla fine non riesce a stare al passo dell’inglese che, al momento, è il più forte in assoluto.
Ha detto bene Villeneuve nel commento di Sky: Bottas guadagna bene, guida una macchina fantastica, in fondo è stato fortunato. Che vuole di più?
La squadra stessa dovrebbe creare le strategie prima della gara, non durante, che poi si prende un sacco di critiche mentre Wolff armeggia sul bottone della tattica e Bottas si fa da parte in modo plateale. Sicuramente Hamilton domenica avrebbe vinto, perché i sorpassi li sa fare meglio di tutti, basta vedere quello capolavoro su Vettel. Non ha rubato niente. Se mai il team si è cautelato, visto che adesso ogni punto è fondamentale.
Berger ammise, all’epoca, la sofferenza che provò, ma si rese conto di essere al cospetto di un fuoriclasse, divenuto poi leggenda, per cui si mise al suo servizio, grato di poter ammirare da vicino un campione come Senna.
Segua questa esempio Bottas, saranno più sereni tutti. Senza colpo ferire. Arriverà il 2019 ma intanto questa stagione è da finire, nel modo migliore. E Hamilton saprà premiarlo a modo suo.