Leclerc si racconta: curiosità, passioni e… Ferrari

Charles Leclerc Alfaromeo Sauber

Monegasco di nascita e francese dentro, viso pulito, umile e veloce. Charles Leclerc è una delle promesse della F1 del futuro, ricoperto di complimenti e anche lievi pressioni. Il suo nome gira nel paddock come prossimo pilota Ferrari, ma lui pensa al presente e si racconta in un intervista tutta personale su Sky.

| di Luciano Coda

Charles Leclerc, 20 anni (Alfa Romeo Sauber)

Amico del francese Jules Bianchi, con cui ha condiviso i primi anni di infanzia sui kart, ora sembra prenderne l’eredità. Charles Leclerc è nato a Monte Carlo nel 1997, anno in cui il campionato di F1 veniva vinto proprio da un francofono, Jacques Villeneuve, non un nome qualunqueSu di lui le aspettative sono già molte, nonostante l’esordio in F1 avvenuto quest’anno: ma lui non ha paura.

Un cuore in rosso firmato Ferrari, che aspetta soltanto la “chiamata” dall’alto di Maranello – si fa per dire – che potrebbe arrivare molto presto.

La Rossa è il mio sogno da quando ero bambino. Essere nella Driver Academy, da due anni ormai, è un onore. Ma se la Ferrari mi dovesse chiamare non direi no. Alla Ferrari non si dice no. Io penso al presente, e con l’Alfa Romeo Sauber stiamo facendo bene, non pensavamo di ottenere questi risultati all’inizio, addirittura arrivare in Q3, non ce lo aspettavamo

E a portare l’Alfa Sauber in Q3 è stato proprio Leclerc, più di una volta, segno di una prospettiva futura assai grandiosa. Nell’intervista – del tutto personale – Leclerc tocca diversi argomenti.

Charles Leclerc in campo durante una partita amichevole con la Nazionale Piloti

Alla domanda sul suo rapporto col calcio risponde scherzando:

Se il Principato di Monaco fosse stato al mondiale, avrei giocato anche io, siamo troppo pochi. Ma in realtà non amo molto il calcio, ci gioco se posso ma non lo seguo. Non sono troppo bravo

Un tipo poco metodico, senza riti particolari nel pre-weekend e senza superstizioni – che invece come noto, sono un pallino di Hamilton. Un giovane che si assume le proprie responsabilità, come ha fatto anche in Ungheria, ammettendo gli sbagli che non lo hanno portato più in alto in qualifica. Organizzato e semplice. Lo si nota dalla stanza del suo hospitality, dove firma 500 cartoline da inviare ai suoi fan ogni weekend. Guiderebbe la Stelvio a Montecarlo, suo circuito preferito.

Fra gli appassionati che lo seguono c’é chi lo paragona o lo eleva proprio ad Hamilton – durante l’intervista – e sulle pressioni e sulle battaglie e i sorpassi con Fernando Alonso, Leclerc risponde:

Per fortuna sono una persona che non sente tanto la pressione. Ci ho lavorato tanto sopra da quando sono piccolo. E alla Ferrari Driver Academy ho imparato a gestirla insieme al Dott. Ceccarelli che lavora li. Sono un tipo sereno. Stranamente con Alonso siamo sempre in battaglia in pista, sorpassarlo è sempre speciale. Anche solo stargli vicino è un doppio insegnamento.

Nel passaggio fra Gp2 e F1, Charles sceglie il numero 16 sulla sua macchina, giorno della sua nascita, nulla di speciale. Ma quali sono invece le differenze con la F1? – chiede Vanzini mediando le domande.

Tante sono le cose diverse, già il numero di persone in un team di F1 è impressionante. Per ogni dettaglio della macchina devi rivolgerti ad una persona diversa e specifica, ma poi ti ci abitui. Ma l’areodinamica e la potenza sono il grande step in avanti. Con la squadra lavoro bene, loro hanno capito cosa voglio dalla macchina, e spero di arrivare il più in alto possibile con la Sauber.

Charles Leclerc (a destra) e Max Verstappen (al centro) durante il Campionato Europeo FiA di Kart, nel 2012

E se un giorno foste tu e Verstappen a giocarvi il titolo? – chiede un fan

Con Max ho guidato tantissimo, è sicuramente un pilota bravissimo. Non ha avuto un inizio di anno molto facile, ma è grande e saprà fare bene.

A chi ti ispiri in F1?

Per lo stile di guida e la metodologia di lavoro, provo a concentrarmi al meglio su me stesso, ma sicuramente prendo esempio da Sebastian Vettel. Lui sull’approccio in pista lavora moltissimo con gli ingegneri, ha una grande qualità su questo. Tifo per la Sauber, ma anche per la Ferrari, hanno una grande macchina per giocarsi il titolo. E Seb può farlo!

Un tipo da salmone e pollo, preferiti alla carne e ai dolci. Leclerc si disegna come un “ragazzo normale”, il cui scopo è fare il meglio possibile per se stesso e per i fan. Ma il suo profilo, la sua velocità, il suo accento transalpino e soprattutto la sua inesperienza sarebbero piaciuti al commendatore Enzo Ferrari?

Luciano Coda