Mario Isola, intervenuto ha dato una chiara e definitiva spiegazione relativamente alla questione degli pneumatici Pirelli dal battistrada più sottile che abbiamo visto in Spagna e che rivedremo in Francia e Gran Bretagna. Poi un occhio al 2019…
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La vicenda Barcellona – Pirelli è stata al centro di diversi interrogativi da parte di tifosi e appassionati a cavallo del GP di Spagna di qualche settimana fa. L’azienda milanese, al Montmelò, ha introdotto degli pneumatici con un abbassamento del battistrada di 0,4 mm per far fronte al surriscaldamento eccessivo riscontrato nei test pre-stagionali.
Il perchè di questa soluzione introdotta da parte della Pirelli l’ha spiegato il responsabile F1 della casa della Bicocca, Mario Isola, intervenuto a Pit Talk. Isola innanzitutto parla di una temperatura d’esercizio delle gomme di F1 che si aggira attorno ai 100-120 C°.
Quando la monoposto corre in pista, il calore si genera all’interno di tutta la carcassa. Più mescola c’è, più si genera calore.
Riducendo di qualche decimo di millimetro lo spessore del battistrada, si genera, di conseguenza, meno calore. L’obiettivo da parte degli uomini della Pirelli era quello di eliminare i problemi di blistering visti nei test invernali di Barcellona.
“Abbiamo visto a Barcellona (nei test post-GP, n.d.r.), che si andavano a generare circa 10/12 gradi in meno rispetto alla conformazione tradizionale. Questo ha permesso di limitare molto il blistering sulla gomma!”
La causa del blister – Il fenomeno del blister avviene a causa dei nuovi asfalti, secondo Isola, come quello che c’è proprio a Barcellona, per esempio, ma anche al Paul Ricard e Silverstone, dove rivedremo ancora queste tipologie di pneumatici particolari. I nuovi asfalti generano molto grip a causa del bitume presente tra le pietre, per cui sul battistrada viene esercitata molta energia e si genera calore e, di conseguenza, blister.
“Il fenomeno del blister riguarda le bolle che si formano all’interno della mescola. Queste bolle iniziano a danneggiare il battistrada fino a perdere dei pezzettini di gomma. E’ una situazione problematica per la sicurezza!“
Poi Mario Isola ha spiegato per quale motivo, a Barcellona, la scelta di ridurre il battistrada, piuttosto che scegliere mescole più dure, si sia rivelata vincente:
“La mescola media e la mescola soft avevano sofferto di blister su tutte le vetture durante i test pre-stagionali. Forse la hard sarebbe stata un po’ meno sensibile ma avremmo – di fatto – obbligato tutte le squadre ad andare a scegliere proprio la hard per non avere blister. Invece, riducendo lo spessore del battistrada di meno di mezzo millimetro, abbiamo permesso che tutte e tre le mescole nominate per il GP fossero utilizzabili!”
Sui tracciati dove non c’è un nuovo asfalto, la gomma non necessità della riduzione dello spessore del battistrada. Prendendo ancora come riferimento l’evento spagnolo, Mario Isola ci fa notare come sia i tempi in qualifica che i passi gara si siano sensibilmente ridotti da qualche anno a questa parte. Le monoposto di F1, insomma, stanno subendo una evoluzione incredibile e tenere a bada certi fenomeni che possono diventare problematici, diventa di fondamentale importanza.
Verso il 2019 – L’anno prossimo forse vedremo una semplificazione per quel che riguarda la nomenclatura delle mescole che Pirelli porterà ad ogni evento iridato. In accordo con FIA e FOM, si sta valutando di di utilizzare sempre i tre nomi di hard, medium e soft nelle mescole, e gli stessi tre colori ad ogni gara “[…] in modo tale che sia più comprensibile per lo spettatore che non vuole entrare troppo nel dettaglio tecnico!”. Ovviamente però, ad ogni evento dietro la nomenclatura relativa ci sarà una scelta di mescole differenti.
Meno mescole? – Mario Isola ha concluso asserendo che non si può ridurre eccessivamente il numero di mescole da portare ai GP. Nel mondiale ci sono cosi tante tipologie di circuiti dalle più disparate caratteristiche che i tecnici Pirelli, anche per garantire più spettacolo in pista con strategie differenti, devono garantire una scelta maggiore sul tipo di mescole da apportare ad ogni singolo GP.
Ad ogni modo lo sforzo degli uomini della Pirelli fatto in tutti questi anni nel mondiale di F1 è stato a dir poco intenso e l’impegno per la fornitura di un prodotto di eccellenza nei prossimi anni è destinato anche ad aumentare, data la sempre crescente complessità delle monoposto di ultima generazione.
Alberto Murador