Francia: per nostalgici (e Alonso) l’apice della tristezza

La prima parte del weekend francese a Le Castellet, non hanno fatto altro che confermarci che McLaren e Williams non solo non partecipano più al banchetto per le primissime posizioni ma addirittura si ritrovano a spartirsi le ultimissime file dello schieramento. Uno scenario triste a cui partecipo un – ormai – sconsolato e immeritevole Fernando Alonso.

di Francesco Svelto |

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Queste righe vanno giù mentre dopo le qualifiche a Le Castellet prende parte uno di quegli eventi social (F1 Fanzone) tanto voluti da Liberty Media e durante i quali si alternano vari piloti su un palco, con al di sotto una folla festante e felice per questo contatto ravvicinato con i loro idoli.

Ebbene ad un certo punto sale Alonso sul palco ed è una vera e propria standing ovation, con decine di secondi di applausi scroscianti che lo spagnolo si è goduto, e con merito. Le domande ovviamente non potevano non andare anche sulla vittoria a Le Mans, che gli ha portato a 2/3 il lavoro per la conquista della Tripla Corona. E non poteva essere altrimenti visto che se pensiamo alle prestazioni in pista nel suo mondiale di F1, queste proprio oggi hanno toccato il punto più basso, con le due McLaren-Renault che non hanno neanche superato la tagliola della Q1, tanto sono indietro e messe male.

E se a tutto questo aggiungiamo che le due papaya sono in buona e importante compagnia, il quadro della situazione in cui vige la F1 è bello che disegnato. Si perchè in fondo allo schieramento – ma proprio in fondo, penultima e ultima e con distacco assurdo – vi sono le due Williams-Mercedes di Stroll e Sirotkin.

E credo che davanti a questi fatti, i nostalgici della F1 che fu, ma anche i semplici appassionati, non possono che sospirare con tristezza. Williams e McLaren sono la storia della F1, insieme alle rosse di Maranello, ovviamente. E’ inglorioso vederle relegate neanche a metà schieramento ma addirittura in fondo al gruppo. Con l’aggravante che non c’è possibilità alcuna, per loro, di risalire la china non solo durante un singolo GP ma addirittura nell’intero arco dell’intera stagione. E’ cosi. Non possiamo immaginare, ad Abu Dhabi, una Williams a metà schieramento e una McLaren potenzialmente da podio. E’ impossibile a causa della natura stessa di questa F1, cosi tecnicamente complicata, cosi sportivamente complessa e senza più la sua identità storica. Ed è triste, a parere di chi scrive, che la componente umana sia costretta a subire tutto questo senza alcuna possibilità di venirne fuori.

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Ecco perchè Alonso – in questo caso è lui il personaggio di spicco ma il discorso è assolutamente generico – valuterà seriamente se continuare o no nella massima (sicuri che sia ancora tale?) categoria motoristica mondiale oppure no. Alla domanda di un appassionato ha risposto – con una risatina – che se potesse, correrebbe in F1, nel WEC e in Indycar contemporaneamente. Sotto sotto gli si deve credere, dato il suo spirito combattivo ma la cosa è razionalmente impossibile (già prendere parte a due campionati come F1 e WEC nell’era moderna sembrava imprensabile). Ma lui a Indianapolis ci sarà, per provare a portare a casa il più grande risultato motoristico del mondo. E non è escluso che sia ancora nel WEC, visto che la sua filosofia pure-racing tanto gli piace ed ha un mezzo per esprimersi al massimo (conta anche questo).

La F1, nel suo scenario triste quella si che potrebbe essere buttata giù dalla torre. Stavolta per davvero.

Francesco Svelto