Cina: analisi della gara

Red Bull sfrutta al meglio la Safety Car e capitalizza con la prima vittoria stagionale. Con un Verstappen ragioniere sarebbe potuta essere doppietta. Gara no per la Ferrari, da rivedere la gestione del primo stint. Bene Bottas, Hamilton ancora con problemi di gestione gomme.

Quella andata in onda ieri non è stata certo una gara che si potesse prevedere. Quanto visto nelle prime due gare, seppur parzialmente confrontabili e con poche informazioni da poter trarre e tradurre per il lungo periodo, ha confermato un duello ristretto tra Mercedes e Ferrari, con quest’ultima capace di monopolizzare dopo molti anni due prime file in due qualifiche successive. I primi appuntamenti, ci hanno consegnato anche una Red Bull “poco valutabile”, un pò perché in Australia il passo gara delle vetture di Milton Keynes è stato pregiudicato da una qualifica non positiva mentre in Bahrain entrambe le monoposto del toro austriaco hanno segnato un pesante zero in classifica.

E’ quindi inutile girarci intorno, anche per ieri ci si attendeva che la vittoria potesse arrivare sull’asse Maranello – Brackley, con Red Bull chiamata a gestire il ruolo di terzo incomodo, in attesa di sfruttare la sempre presente aleatorietà che una gara di F1 può rappresentare. E così è stato.

Ma allo stesso tempo, come obiettivo in questa sede, è l’estrapolazione dei tempi fatti registrare dai tre top team, visto che sono successe parecchie cose da dover analizzare.

Primo stint: Ferrari da rivedere

Partire in prima fila, lo sappiamo e lo sanno tutti i veri appassionati di questa competizione, sta ad indicare molto sul livello della monoposto e dei piloti, ma è anche un onere. La partenza è una fase che andava gestita meglio. Ci sta la chiusura di Vettel, ma così è stata eccessiva. Non tanto per la manovra in sé (stiamo sempre in F1) ma per il fatto che a quello stesso compagno di squadra, che subendo quella manovra ha avuto una partenza “strozzata”, è stato chiesto quello che poi andremo ad analizzare tra poco, sintomo che i ruoli nella Scuderia di Maranello sembrino più chiari al vertice del Cavallino che ai piloti stessi.

Il grafico sopra, mostra l’andamento cronometrico messo in mostra dai primi 6 in griglia. Sembra inutile dirlo, ma ricordiamo che in questa fase nulla faceva predire l’ingresso della Safety Car e quindi, con molta probabilità, si lavorava per finire la gara con un unico pit stop. Fatta questa doverosa premessa e prima di andare ad analizzare le scelte Ferrari, un piccolo appunto lo facciamo sulla scelta delle gomme.

E’ infatti interessante notare come la mescola più morbida del week-end, ovvero la Ultrasoft montata sulla due Red Bull, non sia stata una grande scelta. Infatti, come potete osservare dal grafico sopra, le vetture di Verstappen e Ricciardo mai sono riuscite ad avere il ritmo di Vettel e Bottas che davanti giravano con le Soft. Sembra quindi che, il caldo della pista misurato durante la gara, sommato ad un livello abrasivo importante del tracciato di Shanghai e considerando una dinamica della vettura su cui pesava l’intero carico di benzina, non siano stati compensati da una rugosità superficiale tipica dello pneumatico “viola” e abbiano generato una difficile gestione del limite superiore della temperatura degli pneumatici, tanto che davanti con una gomma meno performante il passo era migliore.

Altra cosa alquanto strana da segnare è il passo gara di Hamilton nella prima parte. Come potete vedere da quest’ultimo grafico, l’inglese non è mai stato in grado di copiare i tempi di Vettel e Bottas, pur essendo a parità di gomma. Infatti come potete notare dalla prima immagine, i tempi del campione in carica sono molto più vicini a quelli della Red Bull che ai primi due. Eppure nelle prove del venerdì, le due Frecce d’Argento hanno mostrato un gran passo sia sulle Soft che sulle Medie, anche se in quell’occasione le temperature in gioco erano particolarmente più basse. E’ quindi la Ferrari che si nasconde nelle prove non ufficiali o la Mercedes che soffre più del dovuto le alte temperature?

Andiamo adesso sulle scelte della Ferrari. Premesso che a posteriori siamo tutti capaci a parlare, in sede di analisi è giusto far notare un paio di cose che hanno influito prima sulla gara di Vettel e poi su quella di Raikkonen. Il quattro volte campione del mondo è stato “vittima” dello splendido undercut di Bottas, il quale tra un pit stop perfetto ed un giro di rientro in pista fenomenale, ha creato i presupposti affinché il tutto ponesse a suo favore. Su questo, la sola nota che si può puntualizzare agli uomini in rosso è stata la “non capacità” di intravedere un primo decadimento della soft, in rapporto ai diretti concorrenti. Infatti, come potete vedere dal primo grafico di sopra, sia Vettel che Bottas hanno avuto un innalzamento dei tempi sul giro, ed essendo gli ultimi (del gruppo dei primi) a fermarsi ci si poteva attendere un possibile undercut da parte della Mercedes. Quindi, a posteriori, forse si poteva provare ad anticipare la sosta anche di un giro. Non che tutto ciò ci dia la certezza che questo potesse rimettere il tedesco davanti a Bottas, ma forse con un pizzico di “visione” oltre alla “semplice” analisi del dato forse avrebbe aiutato.

Altra scelta poco capibile è stata quella di usare Raikkonen, per provare a rallentare Bottas per aiutare Vettel nel recupero della prima posizione. Raikkonen, per quanto abbia avuto un passo gara pressoché costante, avrebbe dovuto cambiare gli pneumatici non così tardi, come poi avvenuto per esigenze sportive della Ferrari. Il grafico subito sopra, mostra l’andamento dei tempi dal 22esimo al 26esimo giro. Pochi giri, in cui però il campione del mondo 2007 perdeva circa 2 secondi al giro. E’ quindi evidente come fosse ampia la forbice tra una Soft stra-usata ed una Media fresca e, forse, su un circuito come questo pieno di punti di sorpasso e di staccate violente, dove la gomma ha la sua importanza “nell’esagerare la frenata”, si è solo pregiudicato il passo gara del finlandese della Ferrari, con Vettel che poco ha guadagnato. Due piccioni senza alcuna fava insomma.

Secondo stint: Mercedes meglio con le Medium

Una seconda parte di gara in cui vanno fatte le dovute precisazioni. Si è voluto distinguere il passo gara di Vettel tra quello mostrato prima e dopo il patatrac di Verstappen, che ha avuto la conseguenza di rovinare il fondo vettura della Ferrari numero 5 e quindi inevitabilmente “falsare” il passo gara del tedesco. Passo gara che fino a quel momento, era sembrato un pelo in ritardo rispetto a quello di Bottas, con Hamilton che finalmente è sembrato prendere un ritmo decisamente migliore del primo stint. Forse con il caldo della gara, la mescola con una finestra di temperatura più alta ha aiutato la Mercedes? Intanto possiamo notare come il danno subito da Vettel abbia attardato quest’ultimo di mezzo secondo abbondante ogni giro, motivo per cui dopo aver ripreso a girare non è riuscito a mantenere dietro piloti con vetture meno performanti.

Dal grafico si può notare come Raikkonen fosse maggiormente in confidenza con questo compound, anche per aver fatto meno giri, presentando il miglior passo gara tra i top team. Interessate notare come, in assenza di una qualsiasi ipotesi di safety car, le due Red Bull abbiano mantenuto comunque lo stesso passo di Ferrari e Mercedes anche se, e questo è doveroso dirlo in questa sede, non sappiamo se quei tempi potessero consentire di terminare la gara senza un altro pit stop o comunque senza un drop off della gomma.

Verstappen: sabotata una doppietta facile facile

Dopo il doppio pit stop della Red Bull in regime di Safety Car la gara era stata già vinta. Certo, in pista le manovre degli Dei della velocità possono sovvertire certi calcoli, ma le leggi della fisica no. Con gomma soft, a macchina sempre più scarica, Ricciardo e Verstappen avevano praticamente a tiro una doppietta che avrebbe avuto del clamoroso. Il grafico sopra mostra i secondi stint visti anche prima, con il passo dei piloti di Chris Horner in una configurazione oggettivamente diversa rispetto alla compagnia. Bastava attendere il momento giusto e poi i due avrebbero potuto darsele di santa ragione per la vittoria del Gran Premio. Ma Ricciardo, ficcante e preciso come pochi nei sorpassi, fa tutto bene, Verstappen esagera. E in un momento che non sappiamo come descrivere si inventa una di quelle stupidaggini che più demenziale non può essere. Per traiettoria, momento, visione di gara. Insomma, un pò quello che manca ai geni del volante, con poche vittorie in carriera…