Il giornalista di Autosprint al vetriolo su Liberty Media: “Abolizione delle grid girls per colpa degli arabi.” Critiche alla questione sicurezza e su Ecclestone aggiunge: “Ha cominciato lui con le cavolate”.
Quando poco più di un anno fa Liberty Media acquistò da Bernie Ecclestone il pacchetto di maggioranza del controllo sulla F1, rilevando quindi la posizione apicale del manager inglese, eravamo certi che ci sarebbe stato un periodo di “assestamento”.
Sull’interventismo da parte di Liberty Media, espresso nelle varie forme, è intervenuto a Pit Talk nella puntata di ieri, Mario Donnini, il quale ha posto in relazione l’ultima questione delle grid girls con una puramente economica:
“Verrebbe da dire che stanno cercando di fare del facile moralismo che sottende qualcosa di molto americano, ovvero la tutela delle fonti di guadagno. Hanno due ordini di problemi: da americani vogliono cavalcare l’onda montante culturale o pseudo-culturale del me too dopo Weinstein ma vogliono tranquillizzare i nuovi massimi investitori della F1 che sono arabi.
Così come hanno tolto le bibite alcoliche nei festeggiamenti in circuiti come il Bahrein, ora si tolgono le donne. Credo che sia una forma, più che il rispetto della donna che passa attraverso ben altre prese di coscienza e di valori di altra caratura e diversi luoghi rispetto a un ambito abbastanza frivolo, di tremendamente simile a quelli che dicono di togliere il presepe per non far arrabbiare nessuno. Io sono affezionato alla F1 per situazioni, emozioni che vanno al di là delle grid girls. Non è un discorso di tutela, visto che a quanto pare le grid girls verranno sostituite dai bambini che, ormai, stanno bene a tutti”.
A questo punto, bisogna ammettere una cosa. L’autore di questo articolo, fa parte di quella moltitudine di persone che mai ha acceso il televisore per le grid girls, ma solo per guardarsi quel grande circo che è la F1. Proprio per questo, in realtà mai è riuscito a dare una spiegazione logica alla faccenda, che non fosse qualcosa di “banale” come il rispetto della donna che, come dice giustamente Donnini, ha bisogno di ben altra coscienza. A questo punto però, per quanto non mi convinca del tutto, quella del giornalista di Gualdo Tadino rimane la spiegazione più logica, per quanto invereconda.
Ma Liberty Media non si è occupata solo delle grid girls (e ci mancherebbe altro). Infatti, in una settimana particolarmente ricca nelle novità “pratiche” messe in esecuzione da Chase Carey e compagnia, c’è per esempio quella della modifica degli orari dei Gran Premi europei. Su questo, la firma di Autosprint si è così espresso:
“Quello della F1 è un rito laicamente sacro. Più cose cambi, più vai ad intaccare la sacralità di questo evento, quindi bisognerebbe lasciare sempre tutto com’è. Se la messa è alle 11 di mattina, si continua ad andare alle 11 di mattina. La F1 rischia di perdere quel carattere sacro ed indirizzarsi verso un torneo di velocità bigotto, da playstation, da nerd brufolosi”.
E’ evidente che quest’altra novità può sembrare non capibile, visto che lo spegnimento dei semafori alle 14:00 era un rito. Pranzo della domenica, con la famiglia a raccolta, tutti in silenzio per quei 20 – 30 secondi delle prime battute della gara che da lì avrebbe accompagnato il tutto. Ma, proprio perché gli americani sono americani, se hanno preso una decisione del genere avranno dalla loro dei dati che noi poveri fruitori finali non abbiamo.
Donnini ha poi affondato il colpo sulla questione sicurezza, visto l’impazzare della discussione su quella “ciabatta in testa” di Halo, accusando la (non) opinione pubblica della F1 e quindi Liberty Media di appoggiarsi troppo alla troppa pericolosità delle gare di qualche decade fa: “Questi campano di rendita da 40-50 anni a questa parte sulle spalle di quelli che in F1 hanno perso la vita, da Clark, Peterson, Senna, in maniera paradossale e culturale, dal punto di vista del rischio, in maniera parassitaria“. Su queste parole c’è solo da congiungere le mani e dire “Amen”.
Donnini ha poi criticato aspramente sia il predecessore di Liberty Media sia l’idea che molti hanno su questa F1:
“Non è stato Ecclestone a fare grande la F1, ma gente come Gilles Villeneuve e Graham Hill. C’è un malinteso, si continua a spacciare per il massimo dello spettacolo il massimo della tristezza: DRS, 27 mescole, circuiti kartodromi. Il vero problema della F1 è che questo sport non piace a quelli che hanno sotto i 30 anni, perché non hanno conosciuto la vera F1 di tanti anni fa. Ecclestone, in realtà è stato il miglior alleato di Liberty Media. Le cavolate le ha cominciate a farle lui. Il Bernie Ecclestone della Brabham degli anni 70-80, tribuno ribelle contro la SIA, quello me lo sono gustato anche io. Come tutti i rivoluzionari, quando è andato al potere è stato tutto tranne quello!”.
Poco da aggiungere alle considerazioni del giornalista umbro. Ma una cosa può essere detta: Ecclestone è stato ben poco democristiano. E’ stato comunque estremo ma dall’altra parte della barricata. Ci ha costruito un business e qualcuno glielo ha lasciato fare.