Formula 1 del futuro: piloti 2.0

Eh si! Gli appassionati di Formula 1 dovranno adeguarsi, cambiare mentalità in futuro. Sta facendo scalpore la costante presenza dei piloti giovani nella varie gare. Non solo Verstappen. Anche Ocon, oltre a Sainz, e Van Doorne o Werlein. Perfino i debuttanti Gasly ed Hartley. Ragazzi giovanissimi che non hanno nessun timore reverenziale di fronte a consumati campioni. Prontissimi a sostituirli. Eppure sarà sempre più questo il trend. E vi spieghiamo il perché.

Già in questi ultimi anni, se ci avete fatto caso, in molti team il pilota più giovane ha spesso sopravanzato il compagno di squadra. E sarà sempre più così. I giovani piloti della generazione 2.0 sono più abituati alla gestione digitale delle attuali vetture di Formula 1: il volante è ormai una centralina elettronica che il pilota deve continuamente manovrare per modificare la frenata, la trazione, la carburazione, i consumi, l’ala mobile, e più che altro l’interazione fra le tre motorizzazioni. Quella meccanica e le due elettriche. Il tutto ad un ritmo che a noi appare frenetico, ad ogni giro, ad ogni curva, modificando le regolazioni durante il Gran Premio.

Una enorme massa di informazioni da gestire e tradurre in impulsi operativi. E viaggiando sempre a velocità elevatissime. Ricordate il caso in cui Hamilton non sapeva come rimappare il motore ed in quell’anno il box non poteva spiegarglielo per regolamento?

Tutte azioni che tutti i piloti debbono e sanno fare, ma c’è sempre una piccola differenza. Una frazione infinitesima di secondo che intercorre fra la necessità, la decisione e l’azione stessa. Ed ecco che i giovani cresciuti a pane ed elettronica, nell’era digitale degli anni 2.000, sono ormai assuefatti ad un sistema di reazioni incredibilmente veloce.

Provate ad osservare un bimbo di due o tre anni di fronte ad un tablet o ad uno smartphone e scoprirete con quale naturalezza, velocità e precisione riesce a completare un puzzle di immagini o apprende la dinamica di qualsiasi altra operazione. E pensate, di conseguenza, a quali saranno le sue reazioni fra 10 o 15 anni, dopo anche avrà frequentato fior di computer. Saranno loro i piloti del momento. Ecco cos’è la generazione 2.0 che anche in Formula 1 sfonderà nel futuro.

E allora – dirà qualcuno – l’esperienza, il coraggio, la sensibilità, l’astuzia, la tattica non servono più? E’ ovvio che debbono esserci: sono le qualità di base indispensabili per un pilota. Ma, a parità di doti, la generazione 2.0 avrà qualche piccolo vantaggio che farà la differenza.

E’ per questo che ci sorprende un po’ la scelta della Ferrari di affidarsi anche per il prossimo anno a due piloti che giovanissimi non sono più. E’ vero, possono vantare ben 5 titoli iridati in due. Ma non vorremmo dover constatare, specialmente per Raikkonen, l’impotenza di fronte alla dittatura della generazione di piloti 2.0 che avanza.