Leo Turrini, nei suoi passaggi sull’argomento affidabilità Ferrari, ha voluto anche rimarcare un aspetto particolare legato a quanto detto di recente da Sergio Marchionne.
di Francesco Svelto | Follow @f_svelto
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Risulta alquanto particolare, col senno di poi, una frase del presidente della Ferrari di lunedi scorso, quindi nell’immediato post-Malesia. Cosi Leo Turrini:
“Dichiarando che la componentistica non fosse inadeguata io deduco che il presidente sapesse che ci potevano essere problemi di affidabilità. Tra l’altro lunedì scorso Marchionne ribadì: “Ci è andata bene che questi problemi siano capitati solo in Malesia!”. Può quindi essere che lo stesso presidente avesse informazioni dall’interno sul fatto che c’erano dei rischi. C’era la consapevolezza che si stava osando, per provare a vincere!“
La disamina di Turrini pone l’interrogativo sul fatto che dopo Monza, quando la Ferrari fu surclassata in pista dalle due Mercedes (ricordiamo Vettel e Raikkonen a fine gara con un gap di oltre 30 e 60 secondi rispettivamente) ci sia stata “una certa frenesia di affrontare le trasferte asiatiche con una macchina più performante!”
Il passaggio del focus da affidabilità a prestazione, quindi, come possibile spiegazione dei recenti problemi che la casa di Maranello ha accusato tra Malesia e Giappone. In realtà, quando la Ferrari ha potuto confrontarsi in pista, in molti frangenti ha dato realmente la sensazione di poter essere avanti alle Frecce d’Argento. Un vero peccato, quindi, non aver potuto capitalizzare quella che era una situazione di possibile vantaggio tecnico.
Infine Turrini sottolinea un altro passaggio di Marchionne che da speranza per il futuro:
“Marchionne ha ribadito come la sua sia una squadra giovane: Binotto è il direttore tecnico da circa un anno, Cardile dirige il settore aerodinamico dallo stesso tempo, nel corso del campionato è stato rimosso il capo dell’area motore, Sassi, quindi probabilmente quella frase è un volere dare fiducia a quel gruppo che si trova al vertice di settori cosi complicati da gestire!”.
Francesco Svelto