Quel giorno pioveva a dirotto sull’autostrada Torino – Aosta.
Una Ferrari Testa Rossa era diretta a Ginevra. Al volante c’era Jean Alesi, a quell’epoca pilota ufficiale della Ferrari in Formula 1. L’andatura era sostenuta. Per lui la pioggia non era certo un ostacolo. E quindi teneva il suo ritmo abituale e sorpassava una vettura dopo l’altra.
Continuava serenamente il suo viaggio quando, una trentina di chilometri più avanti poco prima di una stazione di servizio, vide ferma sulla corsia di emergenza un’auto della Polizia Stradale con un agente in piedi che già da lontano gli agitava la paletta in maniera perentoria indicandogli di entrare nell’area di servizio.
Eseguì prontamente e si fermò rimanendo seduto alla guida.
Un attimo dopo gli si affiancò l’auto della Polizia e ne scese un agente che con aria severa stava per rimproverarlo. Appena gli fu vicino però si fermò di botto ed incominciò a ridere dicendo: “Ah, ma è lei!”. E continuava a ridere commentando anche con l’altro poliziotto che era rimasto in macchina. E tutti e due ridevano. Ed aspettavano, senza dire nulla.
Alesi non capiva cosa stesse succedendo e li guardava imbarazzato. Quasi preoccupato.
A quel punto arrivò a tutta velocità un’altra auto della Polizia Stradale. Si fermò e ne scese furente l’agente che era al volante, con cipiglio battagliero, mentre i suoi colleghi continuavano a ridere.
“Chi è quello scriteriato che si permette di rischiare in queste condizioni di pioggia?!?!” diceva.
Era furibondo mentre si avvicinava alla Ferrari Testa Rossa. Poi, di colpo, riconoscendolo, si bloccò. Mentre gli altri continuavano a ridere.
Solo allora l’agente che lo aveva fermato, rivolgendosi ad Alesi, gli spiegò: “ Vede, quando lei ha superato un gruppetto di auto, probabilmente a causa degli spruzzi d’acqua non si è accorto che in mezzo c’era anche la macchina dei colleghi, che si son messi all’inseguimento per acciuffarla. Ed alla guida c’era un agente che ha sempre affermato che sul bagnato nessuno sarebbe mai riuscito a seminarlo. Quindi noi ora lo aspettavamo per vedere le sue reazioni, perché lei ha infranto il suo mito di imbattibilità sul bagnato. Anzi, lei lo ha letteralmente perso”.
Stemperata l’atmosfera, risata generale e pacche sulle spalle.
Anche Alesi ora aveva tutto chiaro. Aveva compreso tutta la sequenza di quell’episodio, di quello schiaffo alla presunzione di quel poliziotto, e di cui era stato protagonista involontario. Tutto risolto in maniera simpatica e lui poteva proseguire per Ginevra.
La multa glie la comminarono ugualmente. Raccomandandogli comunque prudenza. Ma tutti insieme entrarono nell’autogrill a bere un caffè prima di salutarsi amichevolmente.
E dopo aver firmato quattro autografi, con tanto di dedica personale al deluso ed ormai ex-mago della pioggia, che alla fine era il più mogio di tutti.