Il funzionamento della telemetria spiegato dalla scuola piloti Henry Morrogh

Giovanni Ciccarelli, team principal della Henry Morrogh Racing Drivers School, ci ha mostrato come funziona la telemetria, dalla raccolta dei dati sulle monoposto all’analisi e al confronto tra ingegnere e pilota.

di Francesco Svelto |

Grazie alla visita alla Henry Morrogh Racing Drivers School abbiamo potuto approfondire uno degli aspetti più importanti ed intricati del motorsport moderno: la telemetria. Quella legata alla raccolta e all’analisi dei dati della pista è una tematica relativamente moderna che risale a non più di 30 anni fa. Man mano che la tecnologia aumentava di livello, anche i dati raccolti diventavano di più e le relative analisi più approfondite, fino a diventare al giorno d’oggi, uno degli aspetti più importanti di cui un pilota può (e deve!) tenere conto per migliorare la sua performance in pista.

Ma la telemetria è usata anche dagli organi di governo del motorsport per capire se un pilota o no ha commesso qualche infrazione in pista. L’ultimo caso in cui è stata presa in esame è stato il famoso episodio capitato tra Sebastian Vettel e Lewis Hamilton a Baku. Insomma, la telemetria è la base di dati su cui si basa la performance del pilota moderno.

Nella nostra recente visita a Battipaglia, Gianni Ciccarelli (team principal della HMRDS) ci ha mostrato come viene effettuata la procedura di data-collect dalle monoposto al fine di capire i punti di forza e quelli di miglioramento nelle prestazioni di un pilota. Ogni monoposto è dotata di una centralina di raccolta dei dati, che a sua volta è collegata a molteplici sensori presenti sulle più disparate componenti della vettura (motore, gomme, cambio, sospensioni, ecc.). Inoltre abbiamo scattato alcune foto al software di analisi dei dati (il riferimento è un giro con una F3 a Vallelunga).

Come ci spiega Giovanni, i dati che possiamo “leggere” da una telemetria di una monoposto sono tantissimi (e vanno ad aumentare man mano che si sale di categoria; arrivando in F1 la mole di informazioni disponibili è enorme, decine di gigabyte raccolte per ogni pilota ad ogni weekend di gara) ma la primissima e basilare informazione che si può avere a disposizione è la velocità con il quale la monoposto percorre ogni angolo del tracciato, dato, questo, raccolto da un precisissimo sensore gps. E’ facile comprendere come da questo dato si possa partire per poi affinare gli assetti e la tecnica di guida in un determinato punto della pista.

Nella foto a lato vediamo il software che ha messo a confronto i dati di vari sensori – oltre alla velocità rilevata dall’antenna gps, ovviamente – quali gli angoli di sterzo (in azzurro), la pressione sul pedale dell’acceleratore (in verde) e gli ammortizzatori posteriori (in blu). Questi parametri sono soltanto un sottoinsieme di quelli che si potrebbero raccogliere ed analizzare e che, nell’immagine, vediamo divisi per microsettori del circuito.

Nella foto poco più in basso, vediamo l’inserimento di altri parametri quali i giri motore, il confronto tra la frenata sul posteriore e quella sull’anteriore, la marcia inserita dal pilota e la velocità rilevata dalla centralina. Per avere un quadro completo della telemetria di una monoposto, potremmo integrare questa lista con altri parametri quali le temperature di esercizio di freni, motore e gomme, le pressioni di queste ultime e altro ancora. Il monitoraggio in tempo reale di tutti questi dati indica agli ingegneri che tutte le componenti sulla monoposto lavorino a dovere e segnalano eventuali problemi. La telemetria, quindi, funge anche come indicatore di affidabilità.

Una volta rientrata la vettura ai box e scaricati i dati, invece, questi possono essere usati per le analisi più approfondite sulla performance vera e propria. Giovanni ci spiega anche come l’avvento della telemetria abbia portato una modifica all’approccio del pilota. Tutti i ragazzi ormai seguono quello che gli viene detto dal proprio ingegnere di pista che, di fatto, legge ed interpreta i dati provenienti dalla telemetria, confrontando quello che è stato fatto in pista con quello che si dovrebbe fare per migliorare la prestazione ove possibile. Inoltre i grafici prodotti dai sensori ci forniscono dati oggettivi anche per il confronto con altri piloti e in molti casi, oggi, i piloti non danno più spazio alla propria inventiva bensì tendono a copiare quello che fanno i compagni di squadra, qualora ciò risulti più efficace.

Per poter scendere in pista con la Henry Morrogh Racing Drivers School, inviare una mail all’indirizzo: info@henrymorrogh.itOppure chiamare al +39 339 690 4839.

Le lezioni si svolgono presso il circuito del Sele a Battipaglia (SA) ed è possibile scegliere varie opzioni:

  1. lezioni singole alla guida delle Forma Ford 1600, le formula Mirage M012, le Formula Ford 1800, la formula Renault Tatuus 2.0, le formula tre Dallara 304, la Tatuus Formula 4.
  2. il corso base
  3. il corso avanzato
  4. il corso da collaudatore e test specialistici

Francesco Svelto