In questa Formula 1 conta più il motore o l’aerodinamica, domanda che ci siamo fatti il dibattito scaturito Lunedì scorso a Pit Talk tra Mario Donnini, noto giornalista di Autosprint e l’Ing. Luigi Mazzola ex capo squadra test della Ferrari di F1.
A ridimensionare l’importanza del motore allineano delle performance espresse da una vettura è l’Ing. Mazzola che ci dice di non mettere troppa enfasi intorno al motore. Rappresenterebbe sicuramente il cuore della macchina ma non è certamente il cuore della performance della macchina. L’elemento fondamentale di una vettura di Formula 1 resta, per l’ingegnere, l’aerodinamica. Aerodinamica, meccanica e utilizzo delle gomme sono gli aspetti tecnici che formerebbe la performance di una vettura di Formula 1.
Mazzola sfata anche una tesi per cui a Montecarlo il motore conti poco “il motore conta sempre comunque e dovunque, conta in qualsiasi circuito, a Montecarlo ad esempio conta un po’ meno ma più potenza si da alla vettura e meglio è”. Per rendere l’idea di quanto conti l’aerodinamica su una vettura si Formula 1, riducendo forse di fatto, il ruolo del motore l’Ingegnere ci ha raccontato di come anni addietro la Ferrari avesse progettato una vettura con carico ma con altissimo drag , il progetto fu impostato proprio in questa maniera ma l’impressione del pilota, quando la provò a Fiorano fu quella di esclamare “che motore mi avete dato?”. Il motore però era lo stesso, lo stesso modello performante usato fino alla stagione precedente (si era tra l’altro nell’epoca del “congelamento” dei motori). La mancanza di efficienza era un grosso handicap e al pilota sembrava che il motore fosse depotenziato quando invece a non “mandare avanti” la macchina era appunto un aerodinamica troppo penalizzate ma dall’altissimo carico.
Di diverso avviso Mario Donnini che invece al teme che tutto si stia riducendo troppo a solo un discorso aerodinamico. Il motore per lui ha ancora un importanza fondamentale. In una Formula 1 turbo ibridare sia solo l’aerodinamica la discriminante non lo convince. Negli ultimi tre anni infatti, chi aveva il motore Mercedes, ricorda Donnini, era davanti e tutto sommato sembrava evidente come e quanto il motore avesse contribuito nelle vittorie del duo Hamilton Rosberg.
Potremmo forse concludere dicendo che il motore e l’aerodinamica devono trovare la giusta sintesi. Un motore meno potente ma più leggero può ugualmente far guadagnare secondi preziosi, mentre un motore potente ma con un aerodinamica troppo penalizzante può non aiutare invece come dovrebbe. Servono entrambi e serve il giusto bilanciamento tra le parti.
Certo è che, se si trova un surplus di uno o dell’altro, vedi i motori Mercedes di questi ultimi anni o l’aerodinamica efficace della Red Bull dell’epoca Vettel, una può prevalere sull’altra e ci si trova un qualcosa su cui lavorare intorno e poter vincere.