F1 | McLaren-Honda all’ultima chiamata, poi chissà

La Honda dopo i test negativi di Barcellona punta a risollevarsi in vista di Melbourne. Ma risolvere in meno di due settimane gli enormi problemi della power-unit giapponese è pressoché impossibile, a meno che non capiti un vero e proprio miracolo sportivo.

Il binomio McLaren-Honda non ha certo iniziato bene la stagione, anzi si può dire che sin qui è stata la delusione più grande dei test invernali. Ne la McLaren ne la Honda possono permettersi altri passi falsi quest’anno perchè alla terza stagione del ritorno della casa giapponese in F1 non si hanno più scuse.

In otto giorni di test la McLaren è riuscita a percorrere solamente 425 giri totali (controgli oltre 1000 della Mercedes per esempio), a dimostrazione che il lavoro da fare in casa Honda è ancora tanto per arrivare ad una competitività almeno accettabile per poter gareggiare in F1. Di certo l’azienda giapponese non è tornata in F1 per fare qualche piazzamento a punti.

Un colosso mondiale come la casa di Tokyo dovrebbe essere li a giocarsela alla pari con i rivali di Mercedes, Ferrari e Renault; invece il rischio è quello di rivivere un 2015-bis caratterizzato da enormi problemi in termini sia di potenza che di affidabilità. A discapito ovviamente dei risultati in pista. Per una casa che ha dominato in F1 tra la fine degli anni ’80 ed inizio degli anni ’90, non è accettabile l’attuale situazione che penalizza non solo la Honda, ma pure un team plurititolato come lo è la McLaren.

Ad ogni modo il responsabile delle attività in pista Yusuke Hasegawa si è detto fiducioso in vista del round inaugurale di Melbourne. Secondo il tecnico nipponico i problemi d’affidabilità verranno risolti da cui al primo GP della stagione, però per poter lottare per qualcosa di importante bisogna essere anche competitivi in termini di potenza.

In casa McLaren Honda hanno come un signor pilota Fernando Alonso (forse il migliore in griglia), e non vedere lo spagnolo lottare per le posizioni di vertice non è ammissibile. A Woking, come a Tokyo, sanno che al pilota di Oviedo non gli serve la monoposto migliore per poter lottare per la vittoria (come in Ferrari ndr), ma almeno una vettura che sia capace di star li dietro ai primi.

Un rischio che la F1 non può permettersi è quello di non vedere Alonso nel lottare per qualcosa d’importante, perchè un’altra stagione negativa potrebbe allontanare per sempre il pilota asturiano dal circus. Inoltre nella scuderia anglo-giapponese c’è anche un talento del calibro di Stoffel Vandoorne, un altro che non ha certo bisogno di presentazioni dopo quanto ha fatto vedere nelle categorie minori.

Insomma la casa giapponese è avvisata, o trova una soluzione concreta per risolvere i problemi nella power-unit, altrimenti si potrebbe assistere ad un clamorso divorzio da parte della McLaren nonostante ci sia un contratto rigido a lungo termine tra le due parti.

Alberto Murador