Il mondo si ferma, o forse no. Di certo, quello che hanno rappresentato gli attentati dell’11 settembre 2001 (di cui ricorre il 15. anniversario) per la storia dell’umanità è risaputo, a prescindere da come la si voglia pensare (dibattito in cui non vogliamo entrare perché in questa sede non ci compete), essendosi trattato della più grave strage della storia contemporanea. Ma, forse, proprio da qui si è avuta la sensazione che lo sport fosse uno dei veicoli più importanti dai quali far ripartire una società malata che si stava e si sta tuttora azzannando sin dalle prime ore dopo la strage per individuare i responsabili, veri o presunti che fossero.
E a questo c’è una conferma forse ancora più forte 4 giorni dopo e arriva dalla Germania, dove 4 giorni dopo l’attentato la Indycar, massima formula americana, si mette in pista in Germania sul tri-ovale del Lausitzring, gara nella quale è splendido protagonista Alex Zanardi, fino al momento in cui torna in pista dopo il pit-stop e viene centrato da Alex Tagliani, distruggendo la sua vettura nella zona del musetto che lo costringerà a perdere le gambe.
Una situazione terribile, uno scenario assolutamente spettrale in cui la Formula 1 arriva a Monza senza una decisione, senza sapere se bloccare la gara oppure continuare, se il modo migliore di rendere il giusto tributo alle vittime degli attentati e a Zanardi fosse quello di fermarsi o di continuare. Michael Schumacher e molti altri piloti ritennero che quella gara forse era meglio non disputarla, anche perché si correva a Monza, pista certo di grande fascino e storia, ma anche particolarmente pericolosa a causa delle elevatissime velocità di punta. Così venne richiesto da parte di molti piloti di non disputare quella gara, ma Bernie Ecclestone decise che quella corsa si sarebbe svolta comunque. Il Supremo è noto per prendere decisioni spesso discutibili e discusse, ma in questo caso, forse, ha avuto ragione, perché se si ferma lo sport è un piccolo, ma pericoloso, segnale di resa.
Così, in uno scenario surreale vengono disputate le qualifiche, con la pole che va a Juan Pablo Montoya, seguito dalle due Ferrari di Barrichello e Schumacher. E anche al termine delle qualifiche si discusse come partire, visto che ormai la decisione di fare la gara era stata presa. Alcuni pensarono di non far partire normalmente la gara e di far transitare lentamente le prime 2 curve, anche memori dell’incidente in cui l’anno prima perse la vita Paolo Gislimberti. Ma la proposta venne bocciata per la strenua opposizione di Flavio Briatore (e non solo), che non sarà certo esente da critiche. Non c’è spazio per la festa, perché non c’è niente da festeggiare. Vengono eliminate tute le patrate del pre-gara e la cerimonia del podio. Una gara in tono minore, con le monoposto che, a loro modo, rendono omaggio alle vittime dell’attentato, con la Ferrari che elimina tutti gli sponsor e tinge il musetto di nero, in segno di lutto.
La gara è praticamente un assolo di Juan-Pablo Montoya, anche se inizialmente fu impensierito dalle Ferrari di Barrichello e Michael Schumacher, che stavano ponendo in essere tutti i presupposti per una fantastica doppietta. Nella roulette dei pit-stop, però, sarà il rallentamento della crew dei meccanici Ferrari a togliere al brasiliano la gioia della vittoria, tanto che verrà costretto a tornare dietro a Montoya, mentre Michael Schumacher si piazzò dietro al fratello Ralf. Il resoconto di questa gara si riassume in poche battute, anche perché in questa tragica circostanza l’aspetto agonistico viene messo indiscutibilmente in secondo piano, anche se forse la vittoria del colombiano già trionfatore nella Indycar e vincitore della 500 Miglia di Indianapolis, la prima nel Circus, è un segnale: quello della voglia di aprire una fase nuova, anche perché nulla sarà più come prima.
L’ordine d’arrivo:
Pos | No | Driver | Constructor | Laps | Time/Retired | Grid | Points |
---|---|---|---|---|---|---|---|
1 | 6 | Juan Pablo Montoya | Williams-BMW | 53 | 1:16:58.493 | 1 | 10 |
2 | 2 | Rubens Barrichello | Ferrari | 53 | +5.175 | 2 | 6 |
3 | 5 | Ralf Schumacher | Williams-BMW | 53 | +17.335 | 4 | 4 |
4 | 1 | Michael Schumacher | Ferrari | 53 | +24.991 | 3 | 3 |
5 | 19 | Pedro de la Rosa | Jaguar-Cosworth | 53 | +1:14.984 | 10 | 2 |
6 | 10 | Jacques Villeneuve | BAR-Honda | 53 | +1:22.469 | 15 | 1 |
7 | 17 | Kimi Räikkönen | Sauber-Petronas | 53 | +1:23.107 | 9 | |
8 | 12 | Jean Alesi | Jordan-Honda | 52 | +1 Lap | 16 | |
9 | 9 | Olivier Panis | BAR-Honda | 52 | +1 Lap | 17 | |
10 | 7 | Giancarlo Fisichella | Benetton-Renault | 52 | +1 Lap | 14 | |
11 | 16 | Nick Heidfeld | Sauber-Petronas | 52 | +1 Lap | 8 | |
12 | 23 | Tomáš Enge | Prost-Acer | 52 | +1 Lap | 20 | |
13 | 21 | Fernando Alonso | Minardi-European | 51 | +2 Laps | 21 | |
Ret | 15 | Enrique Bernoldi | Arrows-Asiatech | 46 | Crankshaft | 18 | |
Ret | 20 | Alex Yoong | Minardi-European | 44 | Spun off | 22 | |
Ret | 22 | Heinz-Harald Frentzen | Prost-Acer | 28 | Gearbox | 12 | |
Ret | 14 | Jos Verstappen | Arrows-Asiatech | 25 | Fuel Pressure | 19 | |
Ret | 3 | Mika Häkkinen | McLaren-Mercedes | 19 | Gearbox | 7 | |
Ret | 18 | Eddie Irvine | Jaguar-Cosworth | 14 | Engine | 13 | |
Ret | 4 | David Coulthard | McLaren-Mercedes | 6 | Engine | 6 | |
Ret | 8 | Jenson Button | Benetton-Renault | 4 | Engine | 11 | |
Ret | 11 | Jarno Trulli | Jordan-Honda | 0 | Collision | 5 |