Articolo Tratto dall’ultimo numero di Pit Magazine scaricabile gratuitamente a questo link http://www.f1sport.it/pit-magazine/
Ci sono storie che sono belle da leggere. Altre da vivere. Altre, invece, nascono e crescono dentro la tua anima e diventano terreno fertile per la tua fantasia. Cosa sarebbe successo se fosse andata così? Come sarebbe andata finire se avesse fatto in quest’altro modo? E sono queste le più belle, le più magiche e le più indimenticabili. Sono quelle storie che è bello immaginarle un po’ come faceva Stewart quando pensava al Nurburgring sentendosi sicuro: rannicchiato vicino al camino d’inverno.
Cosa sarebbe successo se quel 7 maggio 1967, al giro numero 81, Lorenzo Bandini avesse passato la chicane senza il suo mortale incidente? Te lo chiedi, eccome se te lo chiedi, soprattutto quando noti che il 21 dicembre del 2015 avrebbe spento 80 candele.
Chissà che gioia per Lorenzo vincere quel mondiale 1967. Con quel secondo posto a Montecarlo dal sapore amaro per lui, che ci teneva a vincere, ma che poneva agli occhi dell’immaginario collettivo un pilota fortissimo che ha vinto tanto nelle categorie endurance, ma che aveva raccolto relativamente poco in Formula 1.
Poi la chiamata, dal Grande Drake che lo vede incredibilmente in forma e decide di spararlo sulla bestiale 330 P4 in coppia con l’amico di una vita Scarfiotti. E lui, sette giorni prima, si prende il lusso di fare punti in Olanda. Altri. Ancora. Tanto si sa che il rapporto tra Hulme e Brabham in casa del burbero Black Jack è una polveriera come un matrimonio tra Margareth Thatcher e Lech Walesa. E li i punti persi potrebbero piovere dal cielo come temporali a ferragosto. Poi di punti ne arrivano ancora: Francia Gran Bretagna e mettiamoci un podio nel terribile Nurburgring. L’inspiegabile trasferta canadese che regala un podio sotto al diluvio dietro le BT24. Terzo nel mondiale ma zero vittorie.. fino a Monza.
Davanti ad un’Italia in boom economico che spinge Lorenzo arriva la vittoria che può voler dire vittoria iridata. Ok, dai ancora un podio dietro al disperato rimontante Clark a Watkins Glen e poi il rush finale a Città del Messico. Li dove Lorenzo aiutò in maniera fondamentale tre anni prima Surtees, si riprende ciò che aveva regalato vincendo gara e titolo. Con l’Italia intera che dopo 14 anni torna a gridare di gioia.