F1 | Vandoorne e Wehrlein stelle brillanti nella notte del deserto

Al di la della lotta al vertice, dei vincitori e di chi ha stappato lo champagne (che champagne, in fondo, non era) sul podio del Bahrain, la notte nel deserto ha messo in risalto la luce di due nuove stelle della F1: Vandoorne e Wehrlein. 

di Francesco Svelto |

Nel GP del Bahrain di ieri, Vandoorne e Wehrlein non sono stati certo i preferiti degli occhi delle telecamere ma hanno brillato non meno dei colleghi protagonisti.

Il primo, Vandoorne, era al debutto assoluto in F1. Belga, di 24 anni, dominatore dell’ultimo campionato di GP2 e, a detta di molti, un predestinato nell’ambito della massima categoria del motorsport mondiale. Si è calato nella vettura del blasonato compagno di squadra infortunato – Alonso – dopo i suoi recenti impegni in Giappone e senza problema alcuno l’ha portata in pista venerdi, cercando non solo l’assetto ottimale ma anche la primissima confidenza con il mezzo stesso. A Vandoorne l’onore di aver regalato alla McLaren Honda il primo punto del 2016 (all’occhio di qualcuno potrebbe risultare poca cosa ma non dimentichiamo in che condizioni riversa il team allo stato attuale) e il “merito” di aver messo qualche grillo in testa ai vertici del team di Woking.

Wehrlein-Bahrain-2016Il secondo, Wehrlein, tedesco di 22 anni, arriva dal DTM, campionato di altissimo livello che vanta un parco piloti di prim’ordine. Il più delle volte i passaggi tra F1 e DTM avvengono in senso inverso: prima la F1, poi il campionato tedesco. Per lui è stato il contrario. Arriva nel circus dopo esser diventato il più giovane driver ad aver vinto la categoria, nel 2015. E’ sotto l’ala protettrice della Mercedes e la stessa casa di Stoccarda vede in lui il pilota del futuro. Guida una Manor, il che dovrebbe dire parecchio riguardo le potenzialità che può esprimere nell’arco di un weekend di gara (sebbene la Manor di quest’anno non sia più quella degli anni scorsi). Ieri ha combattuto come un leone, passando in pista le Force India, duellando con le Sauber. E’ arrivato fuori dai punti, 13esimo, ma per lui e la sua squadra è come essere arrivati quinti o sesti.

Vandoorne e Wehrlein. Protagonisti di due gare solide, consistenti. Non tutti i debuttanti in questo sport riescono ad impressionare per carisma e determinazione come han fatto loro ieri e, soprattutto, con mezzi non propriamente all’altezza. Entrambi stanno guadagnando la stima degli addetti ai lavori e il supporto degli appassionati in giro per il mondo; entrambi meritano la categoria; entrambi sono destinati a fare bene già dal prossimo futuro.

Francesco Svelto