10 Dicembre 2015 – Il caso venutosi a creare attorno all’ingegnere Benjamin Hoyle, accusato di aver sottratto dati sensibili alla Mercedes, è l’inizio di una storia che potrà avere forti ripercussioni sui rapporti fra il team di Stoccarda e la Ferrari.
L’accusa della Mercedes nei confronti di Benjamin Hoyle non lascia spazio a dubbi: l’inglese, secondo il team tedesco, si sarebbe reso colpevole di sottrazione di dati sensibili in relazione al comportamento in gara dei motori Mercedes. Quello che rende ancor più spinosa la faccenda è che ormai l’ingegnere inglese aveva lasciato la casa di Stoccarda per passare fra i ranghi dei tecnici di Maranello, in casa Ferrari. La paura di Mercedes va quindi oltre la semplice (si fa per dire) fuga di dati, bensì aleggia il timore che i dati sarebbero stati sottratti per essere poi portati in Ferrari. Se questa fosse la realtà dei fatti, il mondo della F1 si troverebbe sull’orlo di una nuova Spy Story, simile per certi versi a quella del 2007 che vide sfortunata protagonista la McLaren, accusata, assieme a Nigel Stepney, di spionaggio dalla Ferrari.
Allo stato attuale delle cose, tuttavia, parlare di una nuova storia di spionaggio in F1 è prematuro. Secondo quanto riportato da un portavoce di Mercedes a “Motorsport-Magazin”, infatti, l’azione legale dei tedeschi non riguarderebbe un’altra scuderia (la Ferrari, nel caso in questione), ma si limiterebbe solo ad un loro dipendente (Hoyle, per l’appunto). Il punto focale della storia si trova, pertanto, nel tipo di rapporti che sono intercorsi tra Hoyle e la Ferrari: la scuderia di Maranello, infatti, non può essere nè accusata di spionaggio, nè tirata in ballo in alcun modo da Mercedes, se risulta che essa fosse all’oscuro della sottrazione di dati da parte di Hoyle.
Pertanto, per ora, sembra scongiurato il pericolo di una seconda Spy Story nell’arco di pochi anni. Tuttavia la diatriba fra Mercedes e Benjamin Hoyle sembra destinata ad essere uno degli argomenti principali nella pausa invernale della F1.
