5 maggio 2015 – Gene Haas ha dichiarato, tramite il suo Team principal Gunther Steiner, al settimanale inglese Autosport che il proprio team, nonostante l’annunciata collaborazione pluriennale con la Ferrari (presente anche sulla livrea della monoposto del Cavallino rampante) si comporterà in modo diverso da quelli che in molti si sarebbero aspettati, vale a dire che non sarà un team satellite della Rossa, ma che vorrà esercitare le proprie prerogative in autonomia.
Steiner parte dall’accordo sigliato nel settembre scorso con la Casa di Maranello, che comprende non solo la fornitura della Power Unit e del cambio ma anche di diverse altre componenti (come i sistemi di montaggio, i freni, gli attacchi delle sospensioni, la pedaliera e il serbatoio della benzina, per rendere chiaro il concetto che la monoposto che ne uscirà sarà progettata dalla Haas e non dalla Ferrari.
Vi è di più. Steiner, infatti, non vuole alcuna ingerenza da parte della Ferrari nemmeno per quello che riguarda le scelte dei piloti, che la squadra americana vuole effettuare in autonomia. Tutto questo significa che
“Non c’è alcun piano di essere la loro squadra B e di fare tutto quello che vogliono”.
Questo significa che la Ferrari non potrà contare su Haas per metterci i propri piloti provenienti dalla Driver Academy, ma che anzi per gli americani questa è solo una partnership tecnica richiesta da loro alla Casa di Maranello e lì si ferma. Probabilmente in Ferrari avevano altri progetti (grazie anche a quello che è stato l’apporto di Marco Mattiacci che conosce bene l’ambiente delle corse USA), considerato che Sauber e Marussia hanno ospitato da qualche anno i piloti messi sotto contratto dalla Ferrari dal momento in cui la Scuderia di Maranello forniva loro i motori, ma adesso sarà probabilmente costretta a rivederli, stando a queste dichiarazioni.
E se si vuole questa è anche la risposta che ciascun team dovrebbe correttamente dare a un altro nel momento in cui instaura una partnership tecnica, che andrebbe limitata solo alla fornitura di certi particolari (come il motore) e non vi è alcun vincolo automatico di subordinazione di un team a un altro (basti vedere cosa succede in Mercedes), altrimenti si rischierebbe di vivere la stessa situazione e le stesse polemiche che hanno accompagnato i primi anni del tandem Red Bull-Toro Rosso. Una situazione che Haas vuole evitare, ribadendo la propria indipendenza dalla Casa di Maranello.