4 ottobre 2014 – Daniil Kvjat, 20 anni russo di Ufa, nel 2015 guiderà una Red Bull. Una promozione che fino a poco tempo fa sembrava fantascienza e che invece è diventata pura realtà.
Il russo romano tifoso calcistico della AS Roma, salterà su un sedile che fino a pochi mesi prima era di un quattro-volte campione del mondo, fuggito in cerca di nuovi stimoli e vittorie. Un peso enorme da supportare e da portare avanti ma che Kvjat dovrà dimostrare di essere in grado di caricarsi sulle spalle, esili, di chi ha a malapena una stagione completa in Formula 1. Un’azzardo, forse, ma anche una scelta logica.
La Red Bull (se si escludono Webber e Coulthard) ha sempre privilegiato i giovani talenti. Ci mancherebbe che con un programma giovani piloti tra i più attivi e floridi del mondo, vadino a pescare vecchie volpi del motorsport. Kvjat in un solo anno nella massima serie, ha tirato fuori una maturità a dir poco eccezionale. Conscio perfettamente di essere in un’anno di apprendistato, ha lavorato più sulla costanza e sul rendimento nel corso della stagione, preferendo gare costanti a prestazioni aggressive che non avrebbero portato da nessuna parte. Intelligente ma anche freddo nel mettere la gioia per una qualifica super da parte, concentrandosi sull’ottimizzare il risultato in gara. Le basi per un pilota dal futuro roseo ci sono tutte.
Di fronte a tutte queste analisi, vi chiederete voi: dove sta l’azzardo? Kvjat, non dimentichiamocelo, ha solamente 20 anni. E’ nato cinque giorni prima quel tragico week end di Imola del 1994, quando la Formula 1 ha cambiato per sempre volto. Cabala a parte, il russo trapiantato a Roma è uno di quei baby prodige che la Red Bull nei suoi programmi predilige sempre e che, spesso, si accolla anche il rischio di bruciare. Cosa potrebbe bruciare un ragazzo russo che ha fatto della sua freddezza una dote da coltivare e far diventare un vanto? Non dimentichiamoci che la Red Bull è il team più titolato degli ultimi cinque anni e che i media dalla casa dei “bibitari” chiedono davvero tanto. Chiederanno ancora di più ad un ventenne che ha dimostrato di poter avere un futuro carico di soddisfazioni, che tanto ricorda il giovane Vettel. Un pò quel paragone che si troverà a gestire Vettel qualora dovesse indossare la casacca rossa di Maranello.
Un’ultima considerazione bisogna farla sulla Toro Rosso. Appurato che Kvyat salterà a piè para sulla Red Bull, chi prenderà il suo sedile? Anche qui abbiamo due opzioni. La prima, la più sensata, è una conferma di Jean Eric Vergne, scaricato in un primo momento senza avere nessuna colpa di rilievo. Sensata, anche perchè l’esperto JEV (già al terzo anno in Formula 1 a soli 24 anni) sarebbe la persona più indicata per tenere sott’occhio il diciassettenne Max Verstappen. Diventando, suo malgrado, un buon termine di paragone proprio per il figlio di “Jos The Boss” per capire se questo “manco patentato” pilota è davvero un fenomeno venuto da un’altro pianeta, oppure un clamoroso bluff (con buona pace dei paragoni campati all’aria da Helmut Marko). L’ipotesi sensata è anche la più improbabile in quanto JEV ha fatto capire dal suo disappunto di essere fuori dal giro Red Bull senza possibilità di ripescaggio.
La seconda ipotesi è quella più fantasiosa. In teoria non va escluso neanche un clamoroso ripescaggio tra chi, poco più di un anno fa, era stato messo da parte proprio per far debuttare Kvjat. Carlos Sainz o Felix da Costa? Il primo sta dominando la Formula Renault 3.5, mentre il secondo ha dirottato la carriera nel DTM. A sfavore di Sainz, va detto che l’anno scorso in GP3 fu preso bellamente a schiaffi dallo stesso Kvyat che dominò il campionato. Da Costa invece, dandosi al DTM, si è avvicinato alle ruote coperte, facendo chiaramente intendere che per lui (salvo clamorosi colpi di scena) le porte della Formula 1 si sono chiuse per sempre.
Insomma, questo passaggio di Kvyat che sembrava fino a Singapore poco più che una fantasia di un giornalista, è diventata una realtà con tanto di conferma mediante comunicato ufficiale. Ha aperto strade a dibattiti e discussioni, ma anche voragini a livello di line up di piloti in chiave 2015. Se Vettel molti lo danno alla Ferrari e Alonso alla Mclaren, nessuno almeno per ora rischia di azzardare una previsione sul futuro driver della Toro Rosso.