F1 | Storia: GP Italia 1982, un podio tutto Ferrari

13 agosto 2014 – Il 1982 è un anno strano e particolarmente drammatico per la Ferrari: a Zolder, nelle prove ufficiali, scompare Gilles Villeneuve, il pilota al quale Ferrari voleva bene; a Hockenheim Didier Pironi si frattura le gambe e chiude per sempre la sua carriera in Formula 1. A sostituire il canadese viene chiamato, quasi subito, Patrick Tambay, mentre l’altro francese sarà sostituito da una vecchia conoscenza del popolo ferrarista, Mario Andretti, Campione del mondo 1978 con la Lotus.

La Ferrari, nell’imminenza della gara che segna il ritorno di Piedone, annuncia che nella stagione 1983 la monoposto numero 28 sarà guidata da René Arnoux, il francese che qualche anno prima ha conteso proprio a Gilles Villeneuve il secondo posto nel celebre Gran Premio di Francia del 1979. Il pubblico italiano era ovviamente incuriosito da questa nuova scelta e delle potenzialità della nuova coppia tutta francese che si sarebnbe creata la stagione successiva. Il tutto in un “annus horribilis” in cui l’Italia piangerà anche la scomparsa di un altro asso del volante, Riccardo Paletti.

All’Autodromo Nazionale si respira un’atmosfera particolare, quasi di attesa per quelli che possono essere i risultati della futura Ferrari, anche se con uno sguardo che certamente non manca a aquella attuale, orfana dei due grandi primattori Pironi e, soprattutto, Gilles Villeneuve. E nella10443018_10203712222438134_9120697953266631902_o prima sessione di qualifiche sarà il confermato Tambay a stracciare il record della pista, precededo Rosberg e Prost. La 126 C2 sembra di un altro pianeta, visto che Patrick ottiene il tempo record quasi subito, dopo solo 3 giri dall’uascita dai box. La giornata successiva all’inzizio salì in cattedra Piquet, che per diversi minuti mantenne la pole position soffiata a Tambay, senza che il francese potesse impensierirlo. A mettere però la parola fine al duello ci pensa “Piedone” Mario Andretti, che stacca di pochi millesimi il brasiliano e si accomoda al palo, per la sua 18. e ultima pole position. Da notare che l’Alfa Romeo si schierò con un motore a 12 cilindri, dopo che i primi test con la vettura a motore turbo presentarono diversi problemi. Il plotone più numeroso per nazionalità, sembra un caso, è quello dei piloti italiani, con ben 7 partecipanti tutti qualificati, capitanati da Patrese, quarto in griglia.

La gara inizia in un’atmosfera di festa, con le Frecce Tricolori che salutano il Presidente della Repubblica Sandro Pertini, in tribuna a seguire la gara, quasi a simboleggiare l’interesse del Paese e delle istituzioni per il mondo della Formula 1. Al via della gara, Andretti fu tradito dall’acceleratore e scattò malissimo, sopravanzato dal compagno Tambay, da Piquet e dal nuovo ferrarista Arnoux. Alla Variante della Roggia Warwick e Daly vengono colpiti dalla Tyrrell di Brian Henton e saranno costretti al ritiro. 10550104_10203712224358182_216404580972978916_o  Anche Tambay soffre per una minigonna danneggiata e si fa superare da Arnoux, che nel frattempo si era sbarazzato di Piquet, al termine del primo giro, involandosi in testa. Incredibile la sfortuna che colpisce entrambe le Brabham, di Patrese e Piquet, entrambe costrette a fermarsi nel corso del sesto giro per noie meccaniche, uno con la frizione bruciata e l’altro con guai al motore. Spettacolare l’incidente di Jarier, con una ruota che si stava praticamente staccando alla prima variante e il francese riesce a ritirarsi senza conseguenze.

Da segnalare la piccola rimonta di Watson, che dalle retrovie riesce a portarsi sino quasi ai piedi del podio, approfittando anche dei problemi di Rosberg, costretto a fermarsi ai box per sostituire l’alettone anteriore. La gara del finlandese, irta di difficoltà, finisce ai piedi del podio, ma va peggio a Prost, che dopo una bella rimonta in cui supera Andretti è costretto al ritiro; seguito da Giacomelli.

Arnoux (la cui partecipazione alla gara era in forse, a causa di un trauma subito durante una gara di motonautica riservata ai piloti di Formula 1 a Villa D’Este, nella qualer anche Elio De Angelis si procurò una ferita alla mano) vince seguito da Tambay e Andretti, con Enzo Ferrari e il popolo rosso molto soddisfatti del risultato. Sotto il podio è una festa, tutti accorrono a celeb10475688_10203719593582408_6438352870943849013_nrare il  presente e il futuro della Ferrari, che monopolizza il podio, mentre per quanto riguarda la corsa al titolo Watson approfitterà del ritiro di Rosberg, ma solo in parte, visto che riuscirà a giungere solo quarto al traguardo e precederà Alboreto e Cheever.

Un risultato che, ancora una volta, premierà le scelte di Enzo Ferrari e, se non fosse stato per la continua serie di incidenti che aveva segnato in negativo la stagione, certamente avrebbe mandato uno dei suoi piloti anche alla conquista del Mondiale. La storia, purtroppo, sarà diversa anche se la Scuderia di Maranello farà comunque suo il Mondiale costruttori.