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F1 | Storia, Ungheria 98: 3 soste per un grande Schumacher

24 luglio 2014 – E’ l’agosto del 1998. Il sole picchia come non mai nell’Italia con le metropoli vuote e gli stabilimenti balneari pieni. Chi è al mare, chi in montagna, chi invece fa già “quello che risparmia” e se ne sta a casa; fatto sta che quel 16 agosto in tantissimi capirono che al volante della Ferrari F300 c’era davvero l’uomo del destino. Colui che la Ferrari l’avrebbe portata a vincere prima o poi.

1998_Ungheria_8_bQuel giorno di ferragosto di 15 anni fa, giorno di qualifiche, si scrisse l’ennesimo capitolo del dominio (tecnico) delle Mclaren Mp4\13. Pole di Hakkinen davanti a Coulthard. Schumacher staccato di 4 decimi. Gli altri staccati e basta. Hill con la Jordan è il primo dei “terrestri” con 1.2 secondi in più sul suo crono. Ottava pole stagionale, su una pista considerata un toboga e che veniva chiamata il “Kartdromo della Formula 1” per la sua tortuosità. I bookmaker’s pagano il minimo sindacale la vittoria di una delle due Mclaren, pagano tantissimo quella di Schumacher, mentre per quella degli altri “terrestri” ti riempiono talmente le tasche che nel bordello a cielo aperto che si creava sempre intorno al tracciato ungherese potevi metterci tende per i prossimi vent’anni.

Schumacher la mattina della gara ha la tensione sul volto. Con 16 punti in meno del rivale in campionato, un altro flop come nel Gp di Germania di poche settimane prima è inammissbile. Vorrebbe dire altri 6 punti regalati al biondo tutto sigarette e manico di Hakkinen. Nein danke. Meglio evitare un’altro tonfo a sta maniera. Hakkinen, invece, è rilassato perchè all’Hungaroring si trova bene, e poi sugli spalti è pieno zeppo di finlandesi. Così dicevano, e noi riportiamo.

Alle 14 e spicci i semafori si spengono. Hakkinen e Coulthard partono come razzi, mentre Schumacher lascia un velo di gomma di troppo sull’asfalto. Ne approfitta Hill che cerca di impensierire il Kaiser lasciando, però, la traiettoria pulita ad Irvine che si infila e soffia al campione del mondo 1996 la quarta posizione.

Le due Mclaren tentano subito di fare il vuoto. Schumacher regge il loro ritmo, mentre Irvine pare addirittura in grado di poter tentare un’assalto al compagno grazie al ritmo migliore. Peccato che un problema di natura elettrica manda l’irlandese sotto la doccia al 12esimo giro. Hakkinen azzarda un’allungo e porta a due secondi il margine sul compagno e a tre quello su Schumacher.

Dopo il 22esimo passaggio inizia la prima serie di pit stop. Nel gruppo di testa, Schumacher è il primo a fermarsi per rabbocco e gomme fresche, poi è il turno di Coulthard e infine di Hakkinen. Essendosi fermato per primo, Schumacher perde una posizione in favore del campione del mondo in carica Villeneuve. Una Williams non prettamente veloce, e in più con gomme ormai al limite, faranno perdere tempo prezioso al tedesco. Per fortuna al 30esimo giro Jacques si ferma, e Schumacher può riprendere la caccia alle due Mclaren.

Schumy è indiavolato. Ogni curva è un pretesto per farsi vedere negli specchietti della Mclaren di Coulthard, costretto agli straordinari per parare le spalle al compagno leader della corsa, e con un ritmo stranamente calante. Tutti sono sorpresi dalla forma della Ferrari F300 considerata, fino a poche ore prima, sfavorita. Ok, non c’è un caldo afoso come il giorno prima (Bridgestone sulla carta favorite da temperature elevate) ma a tutti sembra impossibile che un calo di temperatura dell’asfalto possa aver portato così in alto Schumacher.

Al giro 43, seconda tornata di Pit Stop. I meccanici, invasi da nubi nere di polvere di carbonio, cambiano gomme e rabboccano il serbatoio della Ferrari. Sono rapidissimi; il crono si ferma a 6.7 secondi, ma non è il massimo della precisione. Come prima, nel box Mclaren passa allo stop prima Coulthard e poi Hakkinen. Schumacher, nel frattempo, ha pista finalmente libera e comincia a martellare giri spaventosi. Abbassa il Gpv di Hakkinen di un secondo e poi segna il suo il 1.19.4. Astrofisica pura, se si pensa che non si scendeva ancora sotto l’1.21. Quando le Mclaren rientrano in pista, Schumacher è già passato.

Ok, tutti pensano, avrà tentato 3 pit stop. Novità assoluta per l’epoca, niente di male, ma quando si fermerà per la terza volta crollerà di nuovo dietro. Non farebbe una grinza, se non fosse che stiamo parlando di Micheal Schumacher. Il due volte campione del mondo (a un terzo neanche della sua gloriosa scalata) sta davvero dando lezione di Formula 1 a tutti. Intanto nei box, Jean Todt chiede ai team manager di ordinare ai piloti che Schumacher sta per doppiare di dare strada il prima possibile. In Mclaren, intanto, Hakkinen pare sempre più lento. Il cambio della sua Mp4\13 sta dando segni di cedimento. Coulthard è nettamente più veloce, ma dal box nessun ordine di scuderia. Sono ancora convinti che Schumacher col pit stop in più rientrerà dietro ad entrambe.

Al 51esimo giro un brivido. Schumacher entra troppo cattivo nell’ultima curva e finisce nell’erba. Niente di grave, solo qualche secondino perso. Il giro dop0 Hakkinen da strada a Coulthard, che finalmente con pista libera può tentare di avvicinarsi a Schumacher. Il ritmo dello scozzese aumenta notevolmente, ma è ancora troppo lontano. Schumacher di mollare mezzo decimo non ci pensa manco sotto minaccia, e mette a segno un’altra serie di tempi da qualifica. A suon secondi guadagnati a giro come una vincita alla slot machine, Schumacher mette un margine enorme tra se e Coulthard: 23 secondi.

Al giro 60 l’ultima mazzata: 1.19.286. Giro più veloce di tutta la gara e margine tra lui e Coulthard salito a 26.9 secondi. Basta e avanza ai meccanici di Maranello. Al giro 61 il pit stop decisivo. Ancora i tecnici addetti alle ruote che inalano polvere di carbonio e ancora l’addetto al rabbocco che si butta con tutto se stesso sul bocchettone, perchè non c’è un secondo da perdere. Non è il momento di pensare a nient’altro se non a rimandare Schumacher davanti a tutti. 7.7 per riempire a dovere il serbatoio dell F300 e montare 4 gomme nuove, saranno sufficienti. Micheal Schumacher rientra in pista con un rettilineo di margine sulla Mclaren dello scozzese. E’ un capolavoro.

Schumacher negli ultimi giri continuerà a guadagnare su Coulthard, portando a 9 secondi il distacco. Hakkinen, invece, non ha più la quarta marcia e le altre stentano ad ingranare. Viene passato da: Villeneuve, Hill e Frentzen. Chiuderà sesto e doppiato. Una caporetto per lui. Per Schumacher mondiale che si riaprirà di netto, ma ci sarà Spa poche settimane dopo.

Un capolavoro dicevamo. Se per qualcuno è esagerato, allora come definireste un pilota, un’intero muretto box e un’intero gruppo di meccanici che lavorano in sincronia perfetta e al top di quello che possono dare, creando una storia indimenticabile della Formula 1? Quella vittoria ha aperto nuovi orizzonti agli strateghi della Formula 1, perchè Brawn, Schumacher e tutta la Ferrari si sono spinti dove nessuno era mai arrivato. Qualche anno dopo, ci sarà addirittura la storia dei 4 pit stop. Ma quello è un’altro capolavoro.


 

Luca Sarpero
Luca Sarpero
28 anni di vita e 29 passati ad amare la Formula 1. Senza se e senza ma. Amante del web per passione, storico di F1 per vocazione.

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