martedì, Dicembre 3, 2024

F1 | Storia: 150 volte nella carriera di Nico Rosberg

Sakhir, 8 aprile 2014 . Nico Rosberg festeggia in Bahrain le sue prime 150 partenze in Formula 1. 28 anni e mezzo, nel pieno della maturità agonistica, questo ragazzo allegro e scanzonato di origine finlandese ma di nazionalità tedesca arriva alle sue prime 150 partenze su 150 in ottima condizione e conscio che in questo 2014 si sta giocando qualcosa di importante, che può dare la svolta decisiva alla sua carriera.

Che il tedescNico_Rosberg_2009_Turkeyo-finnico poliglotta (parla ben 6 lingue: inglese, francese, tedesco, spagnolo, italiano e a malapena il finlandese – il padre Keke è di origini svedesi) fosse maledettamente veloce lo intuì prima di tutti Lewis Hamilton, suo grande compagno e amico sin dai tempi dei kart e che si lega a lui in tutte le fasi della carriera: infatti, dopo che il figlio di Keke sarà il primo a vincere la GP2, nel 2005, sarà proprio l’attuale compagno-rivale della Mercedes a succedergli nello stesso team e a bordo della stessa monoposto, con il medesimo risultato, dominio assoluto.

Le doti di Nico non passano certo inosservate e a notarle non è uno qualunque, bensì Frank Williams, che lo mette subito sulla sua monoposto. Nico farà coppia con un altro pilota molto intelligente: Mark Webber. E la Williams dovrà fare i conti con la mancanza dei motori BMW, che sono stati destinati a un progetto di ingresso in Formula 1 della Casa bavarese in forma integrale. Nonostante questo, Nico dimostra le proprie doti nel corso degli anni; nel 2008, alla prima gara, finisce subito a podio e sarà una penalizzazione a togliergli la gioia della prima vittoria nella notte di Singapore.

Due anni più tardi, ecco la svolta della carriera: arriva una chiamata da Stoccarda, Rosberg viene contattato per essere il compagno di squadra non di un pilota qualunque, ma del 7 volte Campione del mondo Michael Schumacher, che rientra in Formula 1 dopo 3 anni di stop. Nico però non si farà impressionare e vincerà in modo abbastanza evidente il confronto con Michael, sebbene il tedescone di Kerpen abbia dovuto pagare lo scotto di 3 anni di stop.

800px-Nico_Rosberg_2010_BahrainNico non si dimostra per nulla intimorito dal più esperto e titolato compagno di squadra, tant’è vero che anche nel 2011, sebbene in una stagione incolore, riuscirà a prevalere sul 7 volte iridato. Ma la vera stagione in cui il confronto sarà impietoso è il 2012, con Rosberg che trova la via della vittoria in Cina e trova un altro podio a Monaco. Le psrti sembrano invertirsi nel corso della seconda parte di stagione, ma la classifica è chiara: Nico è stato più redditizio di Michael, e anche per queste ragioni (oltre che per qwuelle anagrafiche) il 7 volte iridato decide di ritirarsi dalla Formula 1.

La Mercedes, allora, riprova a dare fastidio a Nico piazzandogli al fianco il compagno di una vita, Lewis Hamilton, l’iridato 2008 strappato alla McLaren. Ma anche qui, nonostante la superiorità in termini di punteggio dell’inglese nel 2013, il confronto appare ipietoso dal punto di vista dei risultati: Nico vince due gare, a Monaco e Silverstone dove Lewis si ritira, mentre l’inglese vince a Budapest, guadagna più podi rispetto al compagno di squadra nella seconda parte di stagione risultando vincitore nel confronto.

Nico vincerà a Monaco esattamente 30 anni dopo papà Keke, in una gara che lo consacrerà all’interno della Mercedes, dominando dal via alla bandiera a scacchi. Non farà nessun caso nemmeno alla polemica che monterà in quei giorni relativa al test segreto effettuato dalla scuderia di Stoccarda, con lui e Hamilton, per provare le coperture 2013 su una monoposto del 2013. Nico non si fa troppi problemi, vince e basta.

Nico farà capire che non ha intenzione di accettare supinamente tutte le decisioni prese in Mercedes a favore di Hamilton, e a Ross Brawn lo farà capire in modo molto chiaro in Malesia, quando il manager inglese lo obbligherà a stare dietro al compagno di squadra nonostante fosse più veloce. Nico dirà “Ricorderete questo giorno”… e infatti otterrà la testa del manager, che capitolerà per mano di Niki Lauda, in favore di Toto Wolff.

E veniamo al 2014, stagione che sembra fatta apposta per Nico Rosberg: ha la squadra tutta dalla sua parte, la monoposto gira che è una meraviglia e Hamilton sembra non porre particolari problemi. E infatti, pronti via ecco un bel 25-0 servito da Nico in Australia, con l’inglese che si ritira per problemi alla Power Unit mentre il tedesco si invola verso il traguardo in solitaria, con Button e Magnussen a completare il podio. Hamilton è sconfitto dal suo compagno di squadra e dai due piloti della sua ex-scuderia. Però non è finita qui; anzi, il duello non è nemmeno cominciato. In Malesia ecco il capolavoro dell’inglese, che vince in solitaria e stacca Nico di 17 secondi. Nico vorrebbe una magiore tutela da parte della squadra, ordini di scuderia, ecc. ecc. Niente da fare, l’unica consegna è quella di portare le macchine sul traguardo. E così pure lui se ne infischia dei calcoli, delle tabelle, degli accordi e quant’altro e in questa gara attacca a testa bassa, con l’obiettivo dichiarato di voler essere più forte del compagno di squadra. Lewis esce primo da entrambi i pit-stop, ma Nico non ci sta, nonostante fosse chiaro l’ordine che chi usciva per primo dall’ultimo pit stop aveva il diritto di vincere, e attacca senza timori reverenziali. Lewis e Nico, gli amici di una vita, di colpo si trovano a lottare senza freni inibitori in pista, regalando spettacolo, sorpassi e controsorpassi. Dopo 3 giri, però, Nico “frigge” le gomme Soft e permette a Lewis di aggiudicarsi la vittoria con le gomme Medie. Sul podBkjhyLxCMAAjKhv.png largeio, però i due non sono rivali, ma continuano a essere amici, si congratulano a vicenda e festeggiano il trionfo della loro unione, che è anche quello della Mercedes, incalzati dal cantante degli AC/DC Brian Johnson… e allora, per chiudere con una citazione: Nico, congratulazioni per queste 150 gare e… let there be rock!

Cristian Buttazzoni
Cristian Buttazzoni
"Life is about passions. Thank you for sharing mine". (M. Schumacher) Una frase, una scelta di vita. Tutto simboleggiato da un numero, il 27 (rosso, ma non solo)

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