F1 | Ferrari, i dolori di Kimi. Vi spieghiamo il perché della crisi…

Maranello, 22 aprile 2014 – Le difficoltà di Kimi Raikkonen possono diventare un caso. Pilota e Ferrari devono cambiare subito rotta per evitare un 2008 bis.

Raikkonen FerrariI fantasmi del 2008 incombono minacciosi. Ora come allora Kimi non riesce a spingere con la sua monoposto rossa. Ci sono evidenti, limitanti, problemi di feedback con una vettura che non gli trasmette fiducia.

Raikkonen sta pesantemente pagando il confronto con Alonso, con una forbice prestazionale arrivata al suo massimo nel Gp di Cina. Sgomento e delusione per gli appassionati che avevano risposto fiducia nel “dream team”. Raikkonen ha girato mediamente 1″ più lento del teammate, sembrando a suo agio solo nei primi giri di ogni stint con gomme fresche.

Più che di motore e di potenza, come si è paventato in una prima analisi sulla mini-crisi di Iceman, i problemi sembrano riguardare i più delicati aspetti di assetto e stile di guida.

E’ lo stesso finlandese ad ammettere che la sua guida spesso non si sposa alla F14 T: “A Shanghai non avevo il passo e avevo poca aderenza sia sull’anteriore che sul posteriore. Nell’ultimo stint con gomme nuove la vettura si è comportata meglio, ma poi con il degrado degli pneumatici la situazione è tornata a complicarsi. Credo che le difficoltà siano dipese da una combinazione di diversi fattori, dal mio stile di guida unito alle basse temperature e alle caratteristiche del tracciato”.

Da queste parole possiamo tracciare un quadro più chiaro delle difficoltà di Raikkonen nelle sue prime gare della sua nuova avventura in Ferrari.

Raikkonen, come ben sappiamo, è un pilota che ha una guida lineare, pulita, sensibile. La sua forza non risiede nella staccata, nè nell’inserimento deciso in curva, ma è tutta nella capacità di disegnare una “corda” perfetta, entrando pulito, stretto, ed uscendo a cannone. Guidano così i maestri delle traiettorie. E Kimi fa parte di questo genere di piloti.

Le monoposto del 2014 sono, fisiologicamente, più nervose, soprattutto in uscita curva. Raikkonen soffre maledettamente una monoposto che gli “balla sotto”, e basta notare le tante correzioni in curva per capire come mai il finlandese perda decimi su decimi.

Quando hai una guida impiccata, che sfrutta tutto il tracciato in modo preciso – qual è quella di Raikkonen – il guaio peggiore e disporre di una vettura poco stabile e poco precisa in inserimento e in uscita curva. 

I piloti, si sa, sentono la macchina con il fondoschiena. Se le sensazioni non sono di piena stabilità il pilota soffre, fatica a “fare il tempo”. Ecco perchè la Ferrari deve provare a rendere più “neutra” e meno nervosa la F14 T. Ecco perchè Raikkonen parla spesso con l’ingegnere Spagnolo di assetti e di un grande lavoro di set-up ancora tutto da affrontare.

E’ chiaro che, dall’altra parte dei box, c’è un pilota più versatile e sicuramente più abile nel guidare vetture leggermente scomposte. Alonso frena molto forte e gira lo sterzo in modo violento. Ha una guida prepotente, anche se esteticamente meno affascinante.

Raikkonen, nelle migliori condizioni, per velocità e ritmo non è secondo a nessuno. Ma è chiaro che – e non c’è niente di male ad ammetterlo – il finlandese non possiede la capacità di adattarsi ad ogni tipo di vettura. Iceman è uno di quei piloti che sono imprendibili quando si sentono perfettamente a loro agio in macchina. Altrimenti sono dolori.

Alonso, in questo, è un passo avanti. Riuscendo a tirare fuori il meglio in qualunque condizione. Ma la Ferrari, e i ferraristi, meritano di avere e di vedere il miglior Kimi possibile. Quello capace di vincere gare e salire sul podio in successione con la Lotus.

Tutt’è ascoltare il finnico e lavorare sulla monoposto numero 7. Guai a snobbare il campione del mondo 2007 o parlare di crisi psicologiche che non stanno nè in cielo, nè in terra. Un Raikkonen in forma alla Rossa serve come il pane.