13 Marzo 2014 – Ultimo appuntamento della collana “I team indimenticabili” della Formula 1 dedicata alla Walter Wolf Racing.
Walter Wolf (nessuna parentela con Toto Wolff) è un’uomo d’affari austriaco ma trapiantato in Canada con il pallino per le corse. Fa su una fortuna con investimenti azzeccati nel campo petrolifero e grazie all’apertura di trivelle perforatrici nel Mare del Nord. Si affaccia al mondo della Formula 1 nel 1975, affiancando Frank Williams che con la sua scuderia non stava passando un bel momento.
Wolf in un primo momento salda i debiti di Frank Williams e a fine stagione decide di rilevare il 60% delle quote del team. Frank Williams, però, non lascia il team, ma viene bensì incaricato del ruolo di direttore generale e, anche, di ricercatore di sponsor. Nasce la Wolf-Williams, ma la seconda dicitura avrà vita breve. L’idea di Wolf era però molto più rivoluzionaria. Il magnate del petrolio dalle molteplici nazionalità e dalle infinite domande sul come avesse fatto a diventare multimiliardario in poco tempo, aveva acquistato qualche anno prima il 51% della azioni della Lamborghini e voleva portare il noto marchio italiano in F1 con niente poco di meno che Jacky Ickx alla guida. Saltò tutto per la contrarietà del resto del CDA della Lamborghini, ma Wolf non si demoralizzò e, come detto sopra, debuttò in F1.
Il primo anno ufficiale della Wolf-Williams in F1 è il 1976. Il debutto avviene con le vecchie Hesketh 308C progettate da Postlewhaite che, insieme a tutto il personale ex-Hesketh, viene assunto dalla Wolf. Il team mantiene la vecchia seda a Reading e Frank Williams convince il suo ex progettista Patrick Head a rimanere in seno al team. Wolf convince Ickx a correre per il proprio team, alla quale viene affiancato Leclerc. Il primo anno è un buco nell’acqua megagalattico, e Leclerc viene licenziato dopo il Gp di Francia (sostituito da Merzario), mentre Ickx abbandona dopo il Gp di Gran Bretagna. Con Williams sempre più in secondo piano, il 5 luglio del 1976 nasce ufficialmente la Walter Wolf Racing, e l’8 novembre dello stesso anno viene presentata la WR01, la prima vera Wolf della F1.
Per il 1977 Wolf vuole rivoluzionare ancora il team. Ingaggia Peter Warr dalla Lotus, retrocedendo Williams all’unico ruolo di procacciatore di sponsor e, questa scelta, creerà delle spaccature serie all’interno del team. I fondi, tuttavia, ci sono e Postlewhaite può progettare la WR01 con tutta la serenità che può avere un giovane progettista come lui. Dalla Tyrrell arriva Jody Scheckter ma nessuno immagina che il team sia già pronto per la vittoria. Al Gp di Argentina, una serie di incidenti e problemi tecnici ai rivali, fanno si che Scheckter si trovi al comando della gare e, tra lo stupore generale, vada a vincere al debutto della Wolf come costruttore. Solo Alfa Romeo, Kurtis-Kraft (anche se erano rispettivamente alla prima gara in F1 e prima 500 miglia di Indianapolis valida per il mondiale) e Mercedes potevano dire di aver vinto al debutto. Ma purtroppo non è tutto oro quello che luccica.
Frank Williams è deluso dal trattamento che gli ha riservato il suo ex socio e così lascia il team al ritorno dalla trasferta in sudamerica, portando con se anche Patrick Head e un numero non irrilevante di tecnici e meccanici per fondare la Williams Gran Prix. La Wolf, tuttavia, continua per la sua strade, e nell’anno del debutto vince ancora due volte (Monaco e Canada), arriva due volte seconda e 4 volte terza. Solo un crollo di prestazioni nella parte centrale del campionato impedirà a Scheckter di cogliere la straordinaria impresa di vincere il modiale al primo anno. Tuttavia, il secondo posto di Scheckter è garantito, e sarà i suo miglior piazzamento fino al mondiale rosso nel 1979. Sempre quell’anno, la Wolf correrà nella Can-Am con la WD1, una vettura a ruote coperte spinta da un poderoso motore Chevrolet e affidata all’esperto Amon e al giovanissimo Gilles Villeneuve.
L’anno successivo la Wolf cambia poco o niente. La nuova WR5, sempre disegnata da Postlewhaite, si dimostra non all’altezza della progenitrice nonostante l’applicazione dell’effetto suolo tanto in uso all’epoca. La nuova vettura si dimostra scarsamente competitiva e (salvo un secondo e un terzo posto) non arrivano grandi soddisfazioni. Per la trasferta nel Nord America, arriva la nuova WR6 e altri due podi.
L’anno successivo, Scheckter lascia la Wolf per la Ferrari, e al suo posto approda James Hunt che ritrova il suo ex progettista Postlewhaite. Il mondiale inizia male con Hunt-the Shunt che annuncia il ritiro a fine anno a marzo. Nessuno sa che il campione del mondo 1976 è ormai sfiduciato oltre ogni immaginazione, e così si ritira a sorpresa dopo il week end di Montecarlo dichiarando di “essere parte di un mondo che non è più il mio”. Al suo posto arriva dalla Ats il giovane Rosberg ma neanche lui può nulla con una macchina lontana anni luce da ciò che è era anche solo due anni prima. A fine anno, Walter Wolf decide di cedere prima che i pochi debiti diventino buchi neri con i fornitore, e cede tutto alla Fittipaldi Automotive.