F1 | Suzuka 2000, la magia ventuno anni dopo

Suzuka, 11 ottobre 2013 – Suzuka Circuit, terra di pagine storiche, sfide leggendarie e Titoli Mondiali. Da sempre il Gp del Giappone è una delle tappe più significative per il mondiale di F1, da sempre il titolo iridato si vince o si perde qui, la storia insegna.

Il circuito di Suzuka è uno dei più spettacolari al mondo per le varie caratteristiche tecniche come la famosa curva 130R e la forma ad otto. Un circuito carico di storia a partire dalla prima edizione nel 1987 fino ai tempi moderni. Un tracciato che non perdona ma che può essere amico, testimone di ciò, la Ferrari che qui perse il titolo nel 1990 grazie al famoso tamponamento di Ayrton Senna su Alain Prost, il biennio 1998/1999 dove la Rossa perse il mondiale ai danni di Mika Hakkinen fino ad arrivare al miracolo di Suzuka 2000, il primo Mondiale piloti ventuno anni dopo Jody Scheckter. L’ultimo mondiale vinto, di fatto, a Suzuka risale al 2011 con Sebastian Vettel.

L’otto ottobre 2000, resterà per sempre una data scolpita nella memoria di ogni tifoso e nella storia ferrarista. Michael Schumacher vinse, non senza problemi, il suo primo (dei cinque in tutto) titolo mondiale con la Ferrari. Attesa che andava avanti da quella Monza 1979 ed il titolo del sudafricano Scheckter.

Da ben due stagioni, Mika Hakkinen e Michael Schumacher lottavano gara per gara per l’iride con due titoli di Mika ai danni di Michael, il 2000 non fu da meno. La leggendaria lotta partì fin dal sabto di qualifiche. Una lotta serrata tra i due, una lotta che premiò Schumi con una pole ottenuta per soli nove millesimi sul finlandese.  Seconda fila per il duo Coulthard-Barrichello.
La gara del giorno dopo fu l’appuntamento con la storia, l’ennesima occasione di Schumacher per riportare il titolo in Italia dopo le delusioni di ’97 e ’98.  Otto punti tra i due piloti, otto punti da rimontare per Mika, otto punti da gestire per Michael, il tutto con un solo imperativo: vincere.
Al via fu subito lotta con la McLaren che scattò bene bruciando Schumacher nonostante il tentativo di chiusura da parte del tedesco. Dopo pochi giri, i due staccarano nettamente il gruppo grazie ad un ritmo infernale, degno di una lotta mondiale. Con la prima sessione di pit sop, Schumacher prese il comando al rientro di Hakkinen per poi tornare dietro al finlandese due giri dopo. Una gara che, fino a quel punto, cominciò  ad evocare i fantasmi del passato per la Ferrari, fino a quando non arrivò una leggera pioggia. Mentre molti piloti del gruppo cominciarono via via ad uscire fuori pista, Schumacher rimontò secondo dopo secondo. Quando Mika venne riciamat ai box per il pit del 37° giro, si compì la magia Ferrari. Tre gri da qualifica ordinò il muretto, tre giri per riportare il Mondiale sulle vie di Maranello. Grazie ad un discreto margine, Michael entrò ed uscì dalla corsia box davanti al rivale sorpassandolo una volta per tutte. Furono giri di palpitazione per tutti, Hakkinen riuscì a ridurre il gap negli ultimi girì ed a riportarsi in coda al tedesco. Pochi chilomentri dopo, il sogno diventò realtà. Michael Schumacher tagliò per primo il traguardo di Suzuka vincendo gara e Titolo Piloti. Il titolo tornò in Italia 21anni dopo l’ultimo.
Brividi e commozione nel vedere tutto il muretto in festa, bandiere italiane e bandiere Ferrari sventolvano in Giappone come a Maranello. Al parco chiuso, Schumacher pianse di gioia uscendo dalla vettura, una scena indelebile per tutti. La festa del podio fu una doccia di champagne per Jean Todt che prese addirittura in braccio Michael. La Ferrari completò l’opera vincendo anche il titolo Cotruttori nell’ultima gara in Malesia festeggiando con le famose parruche rosse.

Ricordi e momenti che regalano ancora brividi a chi ha vissuto il tutto e a chi lo ha sentito in un racconto. Una Formula Uno che forse non tonerà mai più, diversa da quella moderna. Una lotta tra titani ch riportò alla mente tratti dello scontro Senna-Prost.
Schumacher vinse il suo primo titolo con la Ferrari ben cinque anni dopo, a partire dal 1996, una profezia che potrebbe colpire anche Fernando Alonso, magari la prossima stagione con una Ferrari turbo a Suzuka.

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