F1 | Barcellona: una brutta Ferrari dietro anche a Red Bull

Barcellona doveva essere la svolta, la ripartenza. Per Ferrari si è rivelata invece una pesantissima disfatta non solo per il risultato in pista ma soprattutto per la prestazione, inferiore anche alla Red Bull. Notte fonda in quel di Maranello, il mondiale potrebbe essere già compromesso dopo cinque gare.

di Francesco Svelto |

Barcellona prima e dopo. Stessa pista, stesso panorama. Due mesi fa alle stelle, oggi alle stalle. La Ferrari esce con le ossa rotte dal weekend spagnolo. Se si legge l’ordine di arrivo, si notano Vettel e Leclerc rispettivamente al quarto e quinto posto, dietro – manco a dirlo – a due Mercedes ma anche a una Red Bull, quella di Verstappen.

Ed è proprio quello il problema. In una gara in cui nessuno ha potuto mettere in discussione la vittoria Mercedes (anzi, la doppietta, la quinta consecutiva in cinque gare), ci si aspettava almeno che la Ferrari avesse passo sufficiente per confermare la posizione delle qualifiche. E invece no.

Una fase chiave della gara è stata la partenza, quando Vettel – scattato bene – ha provato ad affiancarsi al duo argenteo arrivando in fondo al rettilineo bloccando vistosamente una delle gomme anteriori. Questa manovra porta la macchina di Vettel a scomporsi e ad affrontare la S successiva in maniera sbilanciata con il tedesco che, complice la traiettoria non ideale e la bassa velocità di percorrenza, perde tempo e lo fa perdere anche al suo compagno di squadra che sopraggiungeva dietro. E intanto Verstappen volava via a caccia del battistrada.

Questo è l’anticipo di un leitmotiv che è andato avanti per tutta la corsa spagnola e che ha visto prima Leclerc chiedere spazio al team per sopravanzare Vettel e poi – successivamente – l’esatto contrario. In entrambe le occasioni la Ferrari ha forse peccato di una eccessiva perdita di tempo.

Nel mezzo c’è stata una scelta di differenziazione delle strategie, con Vettel inizialmente accreditato di due soste (strategia: soft-media-media) e Leclerc una sola (soft-dura) con la speranza di poter arrivare fino a fine gara risparmiando uno stop.

La cosa non si è più rivelata tale a causa di una safety-car che verso il finale ha rimescolato tutto. Ma la sensazione è che in Ferrari provino sempre la strategia “esotica” per cercare di tirar fuori il classico coniglio dal cilindro. Come se questa fosse l’unica strada per cercare di tenere il ritmo di quelli davanti e ricavare il massimo possibile.

Tuttavia oggi non è andata affatto cosi e la Ferrari non solo non è riuscita a tenere il passo della Mercedes ma non si è rivelata neanche più veloce della Red Bull-Honda, meritatamente a podio con Max Verstappen.

Per la seconda volta in cinque gare, non c’è del rosso sul podio. C’è tanto lavoro da fare, tanto su cui riflettere in quel di Maranello. Dopo la prima gara europea, nella quale ci si aspettava tanto – grazie anche ad aggiornamenti che alla vigilia sembravano funzionare – questo inizio di stagione non può esser definito diversamente da “deludente”.

Il prossimo appuntamento è Montecarlo. Una pista dove si premia il talento del pilota (e la Ferrari non deficita affatto sotto questo aspetto) ma le cui caratteristiche premiano chi riesce a esprimere il massimo carico aerodinamico e la trazione, aspetti su cui la SF90 ha dimostrato di non essere al top se analizziamo come ha affrontato il terzo settore di Barcellona per tutto il weekend. Prima del weekend glamour fra due settimane, però, due giorni di test – forse mai come oggi cosi desiderati! – sempre in terra spagnola.

Francesco Svelto