Tutti i dubbi di Barcellona

Sebastian Vettel Ferrari

A Barcellona la Formula 1 2018 ha dato un nuovo assetto ai valori delle forze in campo. La Mercedes, e soprattutto Hamilton, hanno dominato una gara che la Ferrari ha inspiegabilmente corso sottotono.

di Renato Ronco

Perché se la rottura della macchina di Raikkonen non era prevedibile – anche se resta preoccupante – non si è capito quanto veramente abbiano influito quelle famose gomme con un battistrada più sottile di meno di mezzo millimetro, cioè meno dello spessore di un’unghia. Ma il problema è che solo un tipo di queste gomme ha subito la riduzione da parte della Pirelli, mentre le prestazioni opache della Ferrari sono durate per tutta la gara, anche con le altre coperture. E solo sulla Ferrari, però, e questo è strano.

Poi c’è stato quel pit stop di Vettel a 26 giri dalla fine, durante una virtual safety car, che non si è capito affatto. Intanto c’è stato un contrattempo che ha fatto perdere 3 o 4 secondi, e poi non si è capito perché dopo il cambio gomme le prestazioni non sono migliorate. E Vettel ha perso il secondo posto che aveva prima della sosta.

Il punto è che ora Hamilton vola verso il titolo, anche se siamo solo alla quarta gara del campionato, e quei punti persi  così potrebbero essere fondamentali a fine anno. Sono due gare consecutive che Vettel per un motivo o per l’altro si gioca due secondi posti: i titoli si vincono anche con i buoni piazzamenti.

Intanto Hamilton ha steso tutti sabato con quella dichiarazione: “Se Bottas in qualifica è a soli 40 millesimi da me, significa che non sono andato abbastanza forte”. Questa frase la dice lunga sull’autostima di Lewis Hamilton.

Ed in proiezione campionato dobbiamo tener conto che soprattutto Hamilton, ed un po’ anche Bottas, nell’ultima parte di gara hanno viaggiato senza impegnarsi.

L’unica speranza di vedere un campionato combattuto resta Montecarlo che potrebbe cambiare le carte in tavola: e lì c’è il Casinò, dove queste cose sono abituarti a farle.