Formula E: Una scommessa green per un business gold

di Simone Sandre – Human Resources – KPMG Tax & Legal – Unicatt

e

di Fabrizio Arba – Communications and Sponsorship Management in Motorsports Recruitment

La Formula 1 è sinonimo di massimo sviluppo tecnologico (motore e aereodinamica), studio dei materiali compositi, delle gomme e degli impianti frenanti. Parallelamente abbiamo la Formula E che oggi è una nuova frontiera e ha tutte le carte per essere inserita, a pieno merito, tra le grandi rivoluzioni della storia dell’umanità. Oggi tutto il mondo automobilistico è basato su tecnologie consolidate spinte al massimo per creare la cosiddetta “vettura perfetta”. Formula 1 e Formula E contribuiscono a fornire un contributo elevato al settore industriale dell’automotive con tutte le peculiarità di un campionato del mondo.

La rivoluzione per la mobilità elettrica è altresì cominciata. La direttiva europea 2014/94/UE, Directive alternative fuel initiative (DAFI), sui carburanti alternativi stabilisce che – dal 2019 – ogni nuova casa costruita o ristrutturata in Europa dovrà essere equipaggiata di almeno un punto per la ricarica auto elettriche.

E’ evidente che nei prossimi decenni sarà inevitabile un radicale cambiamento degli scenari geopolitici con una maggiore concentrazione di risorse per lo sviluppo sostenibile in Giappone, Cina e Stati Uniti.

In pieno deserto, a pochi km dal centro di Abu Dhabi, entro il 2020 sorgerà Masdar la prima città del mondo a zero emissioni. Siamo negli Emirati Arabi, a 15 km da Dubai. Non esistono molti altri luoghi al mondo che possono permettersi un investimento da 22 miliardi di dollari per una città che ha un sapore assolutamente avveniristico. Essendo tutta da inventare, si utilizzeranno fin dall’inizio accorgimenti utili a minimizzare i consumi e sfruttare al massimo tutte le fonti di energia: ad esempio gli edifici saranno posizionati in modo da ricevere il vento che viene dal mare e cattureranno il calore trasformandolo in energia termica utile per raffreddare: ad Abu Dhabi in estate il 70% dell’energia se ne va per i soli impianti dell’aria condizionata.

Brevemente, la Formula E viene ideata dalla FIA nel 2012, con l’obiettivo – secondo Jean Todt – di “offrire divertimento e nuove opportunità di condividere i valori della FIA e gli obiettivi di un energia pulita e mobilità sostenibile ad un pubblico più ampio e giovane”.
La Formula E non si disputa nei tradizionali circuiti, ma dentro il cuore delle più importanti città al mondo come Roma, Parigi, Berlino, Zurigo, New York e tante altre. Lo spettatore deve essere inglobato in un vortice emozionale generato – paradossalmente – da una vettura assolutamente priva rumore.

Le vetture dispongono di un motore elettrico di tipo brushless capace di sviluppare 200 kW in qualifica e 180 kW in gara, con una velocità massima di 240 km/h. I piloti devono obbligatoriamente effettuare un cambio auto durante la gara in quanto le batterie non coprono l’intera distanza del Gran Premio.

Un campionato molto innovativo da attrarre dei colossi automobilistici come Audi, Renault, Jaguar e DS Automobiles, il marchio francese derivato dalla casa madre Citroën, e che nel prossimo biennio vedrà impegnate Mercedes, BMW e Porsche. Lo sviluppo tecnologico portato avanti nelle competizioni elettriche porterà degli importanti benefici sulla produzione di serie, soprattutto in termini di durata delle batterie e della loro affidabilità.

L’equazione nuovi media uguale nuovi investitori non lascia esente neanche la Formula E. Sono ben 117 i Paesi in cui è possibile vedere le competizioni, con un’audience di oltre 192 milioni di telespettatori e più di 270.000 spettatori paganti nel 2017. Numeri importanti per gli sponsor, che possono aggiudicarsi un Title Sponsor su una vettura Formula E con un investimento di circa 1/3 della Formula 1. Recentemente, infatti, il patron della Virgin Racing, Sir Richard Branson, ha rivelato che l’investimento del gruppo PSA Peugeot-Citroen sul suo Team è stato di 5.300.000 euro. Una cifra ben più contenuta rispetto alle doppie cifre milionarie a cui ci ha abituati la F1.

Il richiamo per gli sponsor può certamente avere ricadute economiche positive per le squadre che, avendo dei costi di sviluppo più contenuti per via dell’evoluzione del solo software e della power train, possono ambire a posizioni di alta classifica. Un messaggio importante e più costruttivo rispetto ad altre categorie automobilistiche d’élite. Una formula più “democratica” che accresce la consapevolezza verso un futuro più sostenibile ed ecologico.

I dati auditel dell’E-Prix di Hong Kong sono confortanti. Con il debutto in day time del Campionato del Mondo Formula E su Italia 1 e Italia 2, tra la gara di sabato e quella di domenica, Mediaset totalizza 1.341.000 spettatori segnando un picco del 6.39% di share commerciale. Non male, per essere una prima, soprattutto considerando che si attesta sui livelli del ben più rodato Campionato del Mondo Superbike.

Un vero successo per chi ha creato la formula vincente per un vero entertainment televisivo con gare ricche di colpi di scena, sorpassi e personaggi importanti come gli ex-piloti di Formula 1 Di Grassi, Heidfeld, Piquet Jr., Vergne e tanti altri.
Oltre alla velocità più pura, i piloti dovranno avere una buona dose di “sensibilità” per riuscire a gestire in modo ottimale la durata delle batterie.

Una grande novità è rappresentata dall’interattività del fanboost, un sistema di votazione in cui i fans possono scegliere il loro beniamino per un extra boost di 10 kW nelle fasi cruciali della gara, per attaccare un avversario o difendersi da un sorpasso.

Insomma, la Formula E vanta tanti e diversi colori ed i pittori Todt e Agag li hanno saputi abilmente mescolare ottenendo uno splendido green con sfumature che luccicano d’oro.

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