F1 | Gilles Villeneuve e un dialogo con il limite che non dimenticheremo mai

L’esiguo numero di vittorie e le poche pole position non danno la giusta dimensione delle reali capacità di Gilles Villeneuve, idolo del popolo ferrarista e l’unico in grado di far rivivere nel Drake le imprese del grande Tazio Nuvolari. l’8 maggio 1982 ci ha lasciato ma noi non lo dimenticheremo mai.

di Federico Sandoli e Giulio Scaccia

I numeri della sua carriera di Villeneuve lo relegano a un pilota d’indubbia normalità, quasi un gregario di qualche campione, ma, caso più unico che raro, nel suo caso i numeri mentono perché non ci danno l’esatta fotografia del pilota subito amato dal pubblico, meno dai giornalisti e addetti ai lavori, che al momento della sua scomparsa a Zolder lasciò un vuoto quasi incolmabile.

Il suo talento cristallino, il suo istinto per il sorpasso unito a una capacità di sapersi estraniare al limite della meditazione, esaltava la folla che aveva imparato ad amarlo per la sua purezza e la lealtà che trasparivano nelle varie interviste che rilasciava ai media.

Al pubblico piaceva la sua capicità di dialogare col limite fino a superarlo, dimostrandosi mai domo a prescindere dalla qualità del mezzo meccanico che guidava.
La sua epopea non verrà ricordata per il curriculum di vittorie ma per le emozioni che ha saputo risvegliare in un pubblico di tutte le età, sopito da una F1 sempre più dominata da piloti calcolatori di risultati intermedi a discapito dello spettacolo.
Gli spettatori amavano Villeneuve perché in lui rivedevano dei valori importanti, come la lealtà o la parola data che in un mondo complesso come la Formula 1 erano spariti da tempo.

Il 25 aprile a Imola si sentì tradito dal presunto amico, il suo compagno di squadra, ma anche dalla famiglia Ferrari, rea di non averlo difeso nel dualismo nato in pista. Il figlio ormai si sentiva maturo e aveva deciso di lasciare la famiglia per iniziare a camminare da solo, il destino però decise per sempre.

“Gilles Villeneuve non è stato una semplice stagione che passa, ma un periodo che racchiude lo spirito dell’eternità, un tempo felice che abbiamo passato insieme con lui. Gil ci ha fatto sognare, ci ha fatto tremare e battere il cuore ed è per questo, caro amico, che non ti dimenticheremo mai

(da “Ventisetterosso.it)

Ancora adesso, dopo tanti anni, durante gare monotone, c’è molta genta che pensa che con lui in pista la formula noia diventerebbe la formula Villeneuve.