29 Giugno 2015 – Due stagioni fa Mark Webber lasciava la F1 per approdare in Porsche nel WEC. Tuttavia l’australiano ha voluto riaccendere i riflettori sulla vecchia rivalità con Sebastian Vettel che ha caratterizzato l’ultimo periodo della sua lunga carriera in F1.
Mark Webber ha ormai da più di un anno intrapreso l’avventura alla guida della Porsche nel mondiale endurance, ma in una sua recente intervista non sono mancati i riferimenti ai suoi ultimi anni in Red Bull, con qualche “frecciatina” al suo ex compagno di squadra Sebastian Vettel.
L’australiano ha ribadito come il team focalizzasse l’attenzione dall’altra parte del box, concentrandosi maggiormente sulle prestazioni dell’astro nascente tedesco ma non solo: AussieGrit ha addirittura parlato di iniziative del box atte a garantire la serenità del tedesco.
A Webber, in primis, non passava inosservato come spesso le novità tecniche venissero portate prima sulla Red Bull di Vettel ma quel che all’ex pilota di F1 non è andato giù stato soprattutto è il modo in cui il team ha gestito le lotte interne. Un esempio su tutti è il GP della Malesia del 2013, quello del famoso team radio e l’ordine di scuderia chiamato Multi21: un messaggio in codice per dire ai piloti di mantenere le posizioni, ovvero Webber in testa e Vettel a seguire ma con il tedesco che non rispettò gli ordini di scuderia ed attaccò bruscamente il compagno di squadra andando a vincere il GP.
Probabilmente quello è stato uno degli eventi che più hanno influito nella decisione di Webber di abbandonare la Red Bull e la F1. Quello della Malesia è stato l’apice di una rivalità che ha inizio con l’incidente fra i due in Turchia nel 2010 e, nello stesso anno, con la scelta del team, nell’ultimo GP ad Abu Dhabi, di sacrificare Webber con la strategia dei pit stop (pur essendo l’australiano in lotta per il Mondiale) per permettere a Vettel di vincere e guadagnare i punti necessari a discapito di Fernando Alonso, al fine di conquistare il primo dei suoi quattro titoli mondiali consecutivi in Red Bull. Forse questo è quello che più recrimina Webber, ovvero il fatto, a parere suo, di non aver ricevuto lo stesso trattamento che il team riservava al giovane ambizioso e predestinato compagno di squadra.
Chiaramente il valore assoluto di Vettel è indiscutibile (e d’altronde quattro titoli mondiali non si vincono per caso), ma probabilmente Webber aveva la sensazione di non poter lottare ad armi pari col suo compagno di box, a differenza di quello che accade, con riferimento ai tempi recenti, nel garage Mercedes con Rosberg e Hamilton.