F1 Red Bull costruttore di motori: ma chi ci crede?

20 marzo 2015 – Il gruppo Red Bull e Renault sono ai ferri corti e i tori  si dicono in grado di costruire e sviluppare il progetto di una power unit tutta austriaca. Forse, però, sono troppo ottimisti. 

di Francesco Svelto 

Che Red Bull e la divisione motori di Renault Sport siano ai ferri corti è una certezza valida da più di un anno ormai, da quando vi è stata la rivoluzione regolamentare che ha abolito i V8 aspirati per far posto ai nuovi sovralimentati ibridi. La Renault è stato il costruttore che forse più di tutti ha subito questo cambiamento, dimostrando una tutt’altro che veloce reattività a metabolizzare le nuove regolamentazioni che, di fatto, ha tagliato le gambe ai suoi clienti, Red Bull in primis.

Gli austriaci venivano da quattro mondiali piloti e quattro mondiali marche consecutivi. Nel 2014 hanno limitato i danni con le tre vittorie di Ricciardo, unico pilota non-Mercedes a riuscirci in tutto il calendario. Questo grazie alla bontà del telaio e alle mille “genialate” telaistiche/aerodinamiche di Adrian Newey che ha dimostrato, nonostante tutto, che la bontà del telaio talvolta riesce a sopperire alle mancanze dell’unità propulsiva. Quest’anno però le cose sono cambiate, con Newey a mezzo servizio dei tori e Renault che non ha imparato dagli errori dell’anno prima sia in termini di affidabilità che di prestazioni (nonostante una partnership con una ditta austriaca capitanata da Mario Illien che funge da consulente esterno, clicca qui per approfondimenti).

Ed ora cosa accadrà? Difficile pensare ad un rinnovo della partnership tra i tori ed i francesi. Al di la di tutte le voci che si susseguono e che darebbero Renault in procinto di mettere su un proprio team cosi com’era nei primi anni del nuovo millennio, da oltralpe sanno bene che i due team austriaci cugini sono gli ultimi clienti rimasti e le loro lamentele molto probabilmente, dopo un ulteriore anno, non resteranno solo parole.

D’altro canto, però, le alternative quali potrebbero essere? Sono già tanti i mesi in cui in Red Bull si dicono capaci di poter costruire un motore da se. Difficile credergli. Magari sono già al lavoro ad un progetto tale da molto tempo, questo è possibile. Ma guardiamo un attimo alla Honda: nonostante l’anno di attesa impiegato per guardare in casa degli altri costruttori, si ritrova dopo il primo appuntamento iridato a quattro secondi (!) circa dal battistrada delle Frecce d’Argento. Quattro secondi sono una vera e propria eternità, quantificabile in circa 200 cavalli di deficit e raggiungibile, nella più ottimistica delle previsioni, in non meno di due anni. Davvero, dopo due danni (includiamo senza dubbio anche questo in corso) passati lontano dai loro standard, i tori sarebbero disposti a rischiare di sprofondare in classifica per un ulteriore periodo di tempo cosi prolungato? Crediamo fermamente che non sia cosi. Inoltre lo stile del marchio è sempre stato quello di stupire e far parlare di se, cosi facendo otterrebbero lo stesso risultato ma in senso decisamente negativo!

Ecco perchè per Red Bull diventa sempre più realistica l’opzione di una nuova trattativa con un grosso colosso dell’industria dell’automotive mondiale (Volkswagen?) atto a riprendere in mano la situazione e puntare, nel giro di pochi anni, a tornare al vertice della F1. Questa ipotesi è decisamente più realistica e fattibile.