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F1 | Ferrari, è già crisi in squadra? Se tre indizi fanno una prova…

23 marzo 2014 – Gli spifferi di un crescente malumore in Ferrari sono troppi per credere che siano solo malignità. In quel di Maranello, forse, soffiano venti di guerra… 

GP AUSTRALIA F1/2014A bocce ferme, tra un Gp e l’altro, urge una concisa riflessione sul modesto esordio della Ferrari nel mondiale 2014. La mente fredda è buona consigliera per sviscerare ed analizzare una partenza a rilento che ha spiazzato i più, in quello che doveva essere (l’ennesimo) anno del riscatto.

La F14 T si è dimostrata vettura affidabile, ma non ha incantato, per niente. Nè sul giro secco, nè sul passo gara, incapace com’è di sfruttare tutta la parte ibrida per avere una cavalleria efficiente per contrastare i motori Mercedes.

Fernando Alonso ha tagliato il traguardo a 35 secondi da Nico Rosberg, che senza safety car potevano sfiorare il minuto. E deve ringraziare i ritiri di Vettel, Hamilton e Massa (e la squalifica di Ricciardo) se ha potuto conquistare 12 punti. Altrimenti rischiavamo di vedere una Ferrari da decimo posto o giù di lì.

Ma questo articolo non vuole, non può e non deve essere un processo prematuro e superficiale ad una Ferrari che dovrebbe avere tutte le carte in regola per crescere durante la season.

A preoccupare chi scrive, e tanti altri, sono le troppe voci che si rincorrono che parlano di un crescente malumore nel team. Una cosa del genere significherebbe che la Ferrari ha toppato l’auto. E il sesto anno consecutivo ciò sarebbe inaccettabile.

Il primo a sollevare i dubbi sull’armonia nel Cavallino è stato Mark Webber (amico di Alonso) che ha parlato di sedie che sono volate nel motorhome della Rossa a Melbourne. Chissà se il lungagnone australiano l’ha buttata lì a mo’ di “inciucio” oppure per conoscenza diretta. Certo che la faccia di Alonso a fine gara diceva tutto con quel “Quaranta secondi dalla Mercedes sono davvero troppi”.

Paradossalmente, poi, a svelare (forse) che qualcosa nel team non va, abbiamo due indizi che provengono proprio dall’Emilia. Il primo ce lo dà il presidentissimo Montezemolo, chiusosi in un assordante silenzio. Forse per non peggiorare la situazione con pubbliche ed infruttuose sfuriate.

Il secondo indizio proviene dal gran capo del Cavallino Stefano Domenicali, sul quale, per forza di cose, ricadono le responsabilità finali. Il team principal della Ferrari ha dichiarato che “Tutti devono fare il proprio lavoro e restare concentrati, senza darsi la colpa a vicenda. Come squadra dobbiamo reagire insieme e questo è quello che ho chiesto a tutti i miei collaboratori”.

Excusatio non petita, accusatio manifesta. Quel “non darsi la colpa a vicenda” è inequivocabile. Quale messaggio è sotteso a questa dichiarazione? Chi ha dato la colpa a chi? Con chi ce l’aveva pubblicamente Domenicali nel rimproverare un atteggiamento nervoso nel team?

Litigi tra ingegneri per competenze sul progetto? D’altronde la storia dei due direttori tecnici (Allison e Fry) è alquanto bizzarra. Polemiche tra piloti e tecnici? Non ci è dato sapere quello che accade nelle stanze dei bottoni. Ma l’aria che si respira a Maranello non deve essere delle più leggere.

Soprattutto se un certo Flavio Briatore, uomo che cura gli interessi commerciali di Fernando Alonso, se ne esce all’indomani del Gp con cotanta dichiarazione: “Ferrari troppo indietro in campionato, Alonso non è felice della situazione”.

Troppi indizi per non vederci uno straccio di prova. Il timore è che la Ferrari sia nuovamente una nave allo sbando, e il tempo delle scuse è finito da un pezzo.

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