Alessandria, 10 luglio 2013 – Il pit-stop è uno dei momenti più spettacolari per un Gran Premio, la vettura di Formula 1 si ferma davanti al suo garage e un nugolo di meccanici si fionda su di essa per cambiare gomme, settare ali e flap, pulire radiatori, pulire dai murble di gomma i punti di contatto aereodinamico principali della vettura e, già che ci sono, danno una bella pulita alla visiera del pilota.
Per darle una visione poetica lo si potrebbe vedere come un balletto, 20 uomini che danzano intorno ad una macchina da Formula 1 per rimandarla in pista il più velocemente possibile. Ma anche i balletti perfetti, delle volte, hanno le loro pecche. Basta un dado mal fissato, un flap mal regolato o un eccesso di foga del capo-meccanico per rovinare una danza perfetta, un movimento in sincronia di 20 uomini.Se dovessimo metterci qua ed elencare uno per uno i “pit-stop horror” della Formula 1, domani saremmo ancora qua con la certezza che, tanto, qualcosa abbiamo saltato. Scernire i più spettacolari e più “ironici” quello lo si può fare.
Il più punito, giustamente, è senza dubbio quello di Nigel Mansell al Gran Premio del Portogallo 1991. Al 29esimo passaggio il re leone è in testa quando si ferma ai box per l’unico pit in programma (si, avete letto bene una volta bastava un pit-stop a gara). Sarebbe tutto perfetto se non fosse che appena la Williams riparte ci si accorge che la ruota posteriore destra (sempre lei!) non è ben fissata, un pò come Mark Webber domenica nel corso del Gran Premio di Germania. Mansell si trova in mezzo alla corsia box fermo su 3 ruote e i meccanici Williams hanno il lampo di genio; caricano una bombola di aria compressa sul carrello, prendono una gomma nuova, pistola con dado già inserito e montano la ruota mancante in mezzo alla corsia box. Genialata! Peccato che è proibito e Nigel Mansell viene squalificato senza se e senza ma consegnando in pratica il mondiale in mano ad Ayrton Senna.
Il pit più rovente è quello di Jos Verstappen al Gran Premio di Germania (ancora lui!) del 1994. Jos rientra al 15esimo passaggio e da quell’anno, oltre al cambio gomme, è consentito un rifornimento di carburante. L’addetto si fa prendere dalla foga di estrarre il pistolone carico di combustibile che ancora pompa nei sebatoi della Benetton B194. La vettura di Jos Verstappen è inondata di benzina, motore e scarichi roventi fanno il resto. Jos Verstappen la sua Benetton Formula 1 sono invase dalle fiamme, i meccanici sono pronti con gli estintori e le fiamme vengono domate. Jos Verstappen viene portato in clinica mobile per accertamenti: ustioni lievi, tanto spavento e un odore di affumicato che sarà il leitmotiv del party organizzato da Briatore e soci. Uscirà poi da un indagine FIA che i meccanici della Benetton avevano tolto una membrana che rallentava l’afflusso di carburante ma ne interrompeva l’immediata erogazione in caso di bocchettone estratto in anticipo. Multa e via. Tanto la Benetton quell’anno, oltre a vincere il mondiale sia piloti che costruttori, ne combinò una più di Bertoldo in Francia dal punto di vista dei regolamenti.
Il più sportivamente tragico (ma a distanza di tanti anni è diventato ironico per i Ferraristi) è quello di Eddie Irvine al Nurburgring (no, vabbé….) del 1999. Accade tutto al 20esimo giro: Mika Salo, sostituto dell’infortunato Micheal Schumacher, si ritira con l’alettone rotto per un contatto con un cordolo portando la macchina ai box, nel medesimo Eddie Irvine è atteso ai box per il cambio gomme. Le condizioni incerte della pista fanno cambiare idea svariate volte all’irlandese che solo quando entra nella zona “pit limit” decide di optare per le coperture d’asciutto. Ai box è il panico, nessuno sà che fare e il panico diventa terrore quando si accorgono che manca una ruota, manca la posteriore destra (e ma allora è una congiura!!!). Eddie Irvine rimane sui cavalletti con la sua F399 azzoppata per poi ripartire dopo un pit-stop lunghissimo così perdendo buone chances iridate. In Ferrari, alla fine, non se la sono presa più di tanto. Durante il Ferrari-Day conclusivo della stagione 1999, nella simulazione pit-stop per il pubblico, un meccanico vestito da carcerato, con tanto di palla al piede e sigaro in bocca, ruba la gomma alla Ferrari di Badoer per dare una spiegazione ironica al misfatto.
Ammettiamolo, la si è voluta mettere sull’ironico. Nella storia, però, si sono visti anche licenziamenti da parte di meccanici distratti; gesti esagerati senza dubbio perchè l’errore deve essere ammesso a tutti senza distinzione di professione, ruolo o mansione all’interno di un team. Questo vuole essere anche un monito a chi per risparmiare nel mondo d’orato della Formula 1 taglia stipendi e orari ai meccanici stessi dimenticandosi che senza i “danzatori dei pit-stop” le Formula 1 in pista manco ci scenderebbero.