Per avvicinare le prestazioni si allontano le vetture


Si era tanto parlato in questa stagione di come l’introduzione dell’effetto suolo avesse ridotto sensibilmente le distanze quando si viaggia in scia, che ecco subito una retromarcia incredibile della FIA che vuole limitare la capacità di generare carico dai tubi Venturi delle vetture. Dietro tutto ciò la volontà di riequilibrare i distacchi tecnici e avvicinare le performance degli altri team rispetto a Ferrari e Red Bull. 

Si dice spesso che questa revisione delle misure dei canali Venturi aiuterebbero la Mercedes a “riprendere” i due top team in lotta quest’anno ma in realtà potrebbe aiutare tutti coloro che erano attesi nella lotta al vertice e che hanno mancato l’appuntamento, vedi McLaren, Alpine, Aston Martin. 

Quanto per il momento è stato proposto e che dovrà poi essere ratificato dal Consiglio Mondiale quanto prima, visto che molti team stanno già da qualche mese lavorando al progetto 2023 riguarderebbe un l’innalzamento del bordo laterale del fondo di ben 25 mm e un incremento dell’altezza dei due canali sempre degli stessi 25 mm. Alzando il bordo laterale si limiterebbe la creazione di quella minigonna pneumatica che ora sigilla il fondo con l’asfalto, mentre con l’innalzamento del “soffitto del tunnel” si aumenterebbe la sezione di scorrimento dell’aria sotto la vettura, rallentandone il flusso (ricordiamo che più è bassa la vettura, più è ristretta la sezione tra fondo e asfalto, più la velocità dell’aria aumenta) e limitandone così la bassa pressione con la risultante di generare meno carico aerodinamico.  

Giusto da una parte favorire l’avvicinamento delle prestazioni dei vari team, anche se poi non dobbiamo lamentarci dell’assenza dei sorpassi, d’altronde più si appiattiscono le performance tra le squadre e minore sarà il margine di sorpasso. E’ giusto però muoversi ora in direzione contraria e limitare il carico generabile da fondo andando inevitabilmente a riallargare le distanze delle vetture quando saranno in scia ed in lotta tra loro?  Ai posteri l’ardua sentenza…