Nel 2015 assieme all’inaugurazione della nuova Gestione sportiva, la Ferrari aveva investito 40 milioni di euro per dei banchi dinamici dell’azienda austriaca AVL, ma la nuova SF16-H non sembra aver beneficiato di questi dispositivi.
I banchi dinamici sono degli strumenti che servono per simulare in modo realistico il funzionamento in pista da parte di una vettura. In pratica, sono delle piattaforme mobili che attraverso sofisticati sensori controllano le vibrazioni e gli angoli d’assetto della vettura e forniscono i dati necessari per aiutare i tecnici del cavallino a progettare al meglio il telaio e gli assetti. Ma visto gli ultimi risultati in pista le simulazioni dei banchi AVL non sembrano aiutare la Ferrari a risolvere i suoi problemi cronici di trazione.
Probabilmente come successo anni fa con la galleria del vento, i dati delle simulazioni non collimano con i risultati in pista e questo sistema che doveva proprio garantire uno sviluppo veloce delle sospensioni e delle tarature delle stesse, non ha portato benefici sostanziali. Infatti la Ferrari anche cambiando la geometria delle sospensione anteriore e modificando in parte pure quella posteriore (http://www.f1sport.it/2015/12/f1-ferrari-importanti-cambiamenti-alle-sospensioni-posteriori/ ), non ha risolto i problemi i uscita dalle curve più lente.
Visto che questi problemi si ripetono da varie stagioni nella scuderia di Maranello, le colpe non sono da ricercare nella mancanza di mezzi tecnologici, ma probabilmente nella poca esperienza dei suoi tecnici di riferimento, che sono bravi e preparati ma non hanno ancora l’età e il vissuto di alcuni loro sfidanti. Se poi analizziamo gli ingegneri delle varie scuderie, possiamo affermare che migliori dei Ferraristi ci sono solo Aldo Costa , il padre della Mercedes insieme a Paddy Lowe e Adrian Newey, che da quando è tornato ad occuparsi a tempo pieno di F1, ha sfornato un altro capolavoro come la Red Bull 2016.