F1 | La biometria corre in aiuto della FIA

La FIA, dopo aver presentato i risultati dell’indagine sull’incidente che vide protagonista Fernando Alonso in Australia, ha dichiarato che, in ambito di sicurezza, è stato fatto un altro grande passo in avanti, ovvero l’ausilio della biometria.

Un altro passo importante è stato ultimato dalla FIA ,in ambito di sicurezza, soprattutto nella raccolta dati. Il primo caso che è stato analizzato dalle nuove tecnologie di raccolta dati, introdotte proprio da quest’anno,  è stato l’incidente di Fernando Alonso svoltosi in Australia, per fortuna senza conseguenze per il pilota spagnolo. Infatti, proprio questo lunedì, sono stati pubblicati dalla FIA i risultati dell’indagine sull’incidente di Fernando AlonsoDa qui possiamo capire quanto sono importanti queste nuove tecnologie, che in questo caso hanno dato moltissime informazioni in più rispetto a quello che si poteva capire senza quest’ultime.

epa05221805 Spanish Formula One driver Fernando Alonso (R) of McLaren-Honda and Mexican Formula One driver Esteban Gutierrez (L) of Haas F1 Team after a crash during the Australian Formula One Grand Prix at the Albert Park circuit in Melbourne, Australia, 20 March 2016. EPA/SRDJAN SUKI

I risultati hanno mostrato che Alonso stava andando a 313 km/h nel momento in cui stava effettuando il sorpasso su Gutierrez, per poi scendere a 305 km/h al momento dell’impatto con la Haas. Il colpo finale che ha subito Alonso contro il muretto, è stato pari a una forza di 45G, mente il contatto laterale precedente contro la ghiaia ha generato una decelerazione pari a 46G. La vettura in aria ha compiuto anche una rotazione di 540 gradi rimanendo in volo per quasi un secondo (0.9 secondi). In più le telecamere ad alta velocità, che catturano 400 fotogrammi al secondo, hanno mostrato che Fernando Alonso ha colpito con la testa ben due volte la parte sinistra interna del poggiatesta.

Laurent Mekies, direttore generale della ricerca per il Global Institute for Motorsport Safety, che ha redatto il rapporto, ha spiegato che è stato compiuto un “passo significativo ma c’è ancora molto da fare”. 

“E ‘un esercizio che non si ferma mai, ma è sicuramente un passo molto significativo. Il passo successivo è la biometria, ovvero la raccolta di dati dai piloti come la frequenza cardiaca, il calore del corpo e anche i livelli di sudore. Spero che saremo in grado di mettere qualcosa su un pilota prima della fine della stagione, almeno in un test. I dati biometrici ci aiuteranno a valutare le condizioni del conducente prima del momento dello schianto e dopo l’incidente; per quanto riguarda le operazioni di soccorso sono molto importanti.”

Quindi il prossimo passo, in ambito di sicurezza, sarà proprio il monitoraggio dei paramenti fisiologici dei piloti, cosa che aiuterà l’intervento dei soccorsi in caso di incidente. Quindi, dal prossimo anno, grazie a queste nuove tecnologie di biometria e grazie anche all’Halo, la sicurezza delle vetture certamente non mancherà, come non mancheranno le critiche da parte di chi ha voglia di risentire quell’adrenalina, piloti e non, che da tempo non si sente più.

Valentina Nucciotti