Roma, 20 dicembre 2014 – In questi giorni si stanno susseguendo i crash-test sulle scocche delle vetture di F1 che prenderanno parte al prossimo campionato mondiale. Vediamo in cosa consiste questo test e cosa verifica.
Sulla cellula di sopravvivenza del pilota vengono eseguite diverse prove d’impatto: frontalmente, lateralmente e posteriormente al telaio. A questi test è richiesta una resistenza agli impatti di altissimi livelli, infatti la struttura testata deve rimanere del tutto intatta.
Il peso del telaio di prova, compreso un manichino, è di 780 kg. La prova d’impatto frontale avviene ad una velocità di 15 m/s (54 km/h), il laterale a 10 m/s 36 km/h, e la parte posteriore a 11 m/s (39,6 km/h). Le velocità del test può sembrare bassa, ma è stata scelta per consentire delle misurazioni più accurate sulla capacità della vettura di assorbire l’urto di un incidente. I limiti per la massima decelerazione, l’assorbimento di energia e la deformazione sono ben definiti e molto severi. Ad esempio, durante la prova frontale la decelerazione misurata sul petto del manichino non può superare 60G (circa 60 volte il peso corporeo) entro soli tre millesimi di secondo dall’impatto.
Interessante anche il test che viene eseguito sulpiantone dello sterzo. Test che serve per verificare il “collassamento” della struttura in caso d’impatto del casco del pilota sul voltante.Il piantone viene fissato al terreno ed un oggetto di 8 kg viene lanciato al centro del volante ad una velocità di 7 m/s (25 km). Tutte le deformazioni e le rotture devono avvenire all’interno del piantone dello sterzo, la decelerazione non deve superare gli 80 g per più di tre millesimi di secondo, e il meccanismo di sgancio rapido del volante deve funzionare normalmente dopo il test.
Importantissimo anche il test di ribaltamento della vettura. La struttura viene testata in tre direzioni – lateralmente con cinque tonnellate, longitudinalmente con sei tonnellate e verticalmente connove tonnellate – e il livello di deformazione sotto il carico non può superare i 50 mm.
Grazie al crash test, introdotto in F1 dal 1985, la Federazione è riuscita a raggiungere un livello di sicurezza elevatissimo. Molte volte abbiamo assistito ad impatti terrificanti, che fortunatamente e grazie a questi test hanno consentito al pilota di rimanere illeso. L’incidente di Robert Kubica in Canada nel 2007 è un esempio di quanto gli attuali test introdotti dalla Federazione siano efficaci, e quanto effettivamente abbiano apportato in termini di sicurezza alla F1, ma anche al mondo dell’automobile commerciale.