F1 | Tecnica: Poche novità, tanto blistering

25 ottobre 2013 – Protagonista assoluto del venerdì è stato il blistering, se da una parte in molti si preoccupavano della possibilità di assistere ad uno GP d’India noioso, ci ha pensato la Pirelli a smuovere l’interesse di un GP, definito da molti, dal finale scontato.

Il blistering fenomeno che, grazie a speciali trattamenti della gomma, si verifica raramente in F1, si innesca quando il pneumatico raggiunge temperature troppo elevate. Nel momento in cui  la gomma va in “over-heating” è possibile che dalla parte più interna della mescola, delle piccolissime particelle d’aria (già presenti nella gomma) a causa dell’innalzamento della temperatura si ingrandiscano fino ad esplodere, per poi  far saltare, letteralmente, delle porzioni di gomma del battistrada.

I risultati di questo fenomeno sono facilmente riscontrabili nelle foto sottostanti.

Formula One World Championship

Il distacco della gomma genera dei veri e propri crateri sulla superficie del pneumatico, rendendolo sempre più privo di grip e costringendo il pilota a soste ai box quanto mai immediate.

Il fenomeno è sembrato presentarsi in modo assai deciso sulle vetture della Red Bull (in partcicolare sulla monoposto di Vettel… una volta tanto…) ma anche su tutte le altre vetture, ad eccezione della Ferrari che ha subito, solo in modo contenuto, questo particolare problema di “blistering”.

Come detto da Vettel, durante le interviste pomeridiane, probabilmente si risolverà il tutto con una strategia che limiterà al massimo l’uso delle gomme gialle, le soft, è probabile quindi che si faccia solo un mini-stint su questa copertura, per poi svolgere tutta la gara sulla mescola più dura.

Certo, lascia pensare, che proprio la gomma soft (quella gialla) soffra di questo problema, quando leggendo la descrizione sul sito della Pirelli viene descritta come: “Per le sue caratteristiche di versatilità e adattabilità alle condizioni più diverse, grazie anche all’alto target termico, P Zero™ Yellow si candida a essere una delle soluzioni più utilizzate nel prossimo campionato.”

Tralasciando gli aspetti legati alle gomme, in pista si sono viste poche novità.

La Red Bull ha portato la stessa ala anteriore utilizzata in Giappone ma dotata solo di una modifica ai due profili verticali posizionati dietro l’upper flap, non sono più perfettamente verticali ma sono stati “svergolati” leggermente verso l’esterno.

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Sempre in casa Red Bull si è tornati all’uso di un ala posteriore più carica (sempre meno carica della concorrenza) ma senza l’uso del monkey-seat largamente usato invece da tutte le altre squadre.

La Ferrari ha invece, almeno nelle due prime sessioni di prove libere, dotato di ali diverse le monoposto di Alonso e Massa. Il brasiliano ha infatti utilizzato la stessa ala del GP del Giappone, Alonso invece ha utilizzato una versione, sempre basata sulla specifica giapponese, ma con i main flap più squadrati ed ampi.

Vedremo sabato, già nelle ultime prove libere, se i piloti cambieranno o confermeranno le scelte del venerdì.

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