In F1 il passaggio di Lewis Hamilton dalla Mercedes alla Ferrari è stato uno dei colpi più spettacolari della recente storia di questo sport, ma le prestazioni del campione inglese stanno facendo sorgere più di una perplessità.
Nell’ultima puntata di Pit Talk, Emanuele Pirro, ex pilota di F1 ed ex commissario FIA, ha offerto una lettura schietta e articolata della difficile fase che Hamilton sta attraversando.
“Io penso che Hamilton non solo non si è adattato alla macchina, ma ancora non si è adattato alla squadra,” ha affermato Pirro, sottolineando che l’alchimia tra il pilota e il suo nuovo ingegnere di pista è ben lontana da quella che aveva con Peter Bonnington ai tempi della Mercedes.
Un cambio di contesto che, per quanto affrontato con i migliori propositi, non sta generando i risultati attesi.
Difficoltà di adattamento? Siamo ad un terzo della stagione…

Credits: Scuderia Ferrari HP via X
La difficoltà di adattamento è in parte tecnica, in parte psicologica. Pirro ha infatti spiegato che “lui puntava il dito sul freno motore, e questa è una realtà.” La SF-25 della Ferrari, infatti, presenta caratteristiche molto diverse da quelle cui Hamilton era abituato in Mercedes, soprattutto in fase di frenata e decelerazione. Differenze che, unite al cambio di fornitore dell’impianto frenante (da Carbon Industries a Brembo), amplificano il problema.
C’è poi una componente anagrafica che Pirro non ignora: “Il momento in cui tu devi adattarti a qualche cosa di nuovo, purtroppo l’anagrafe diventa più pesante.”
Secondo l’ex pilota di F1, dieci anni fa Hamilton avrebbe affrontato la sfida Ferrari con maggiore flessibilità mentale e fisica. Ora, ogni dettaglio conta, e un ritardo di pochi decimi può fare la differenza tra un buon risultato e una prestazione opaca.
Il vantaggio di Charles Leclerc
Nonostante tutto, Pirro non ha dubbi sul valore dell’operazione Hamilton: “Il pacchetto Hamilton è così completo che, con buone probabilità, se Charles sfrutta bene la situazione può veramente far dei passi avanti.”

L’arrivo di un pilota così esperto, infatti, potrebbe diventare un vantaggio per Leclerc, che ha l’opportunità di osservare da vicino atteggiamenti, metodi e approccio alla professione di un sette volte campione del mondo.
Il periodo complicato di Hamilton non è una bocciatura definitiva, ma il riflesso di un complesso processo di adattamento che richiede tempo. Pirro, infatti, invita a non trarre conclusioni affrettate: “Ogni situazione non è mai definitiva, ma solo temporanea. Basta poco per cambiare tutto.”
Marika Magnano