Premessa doverosa: la TD015 rivista a Montréal non cambia i limiti di regolamento ma ne ridefinisce con precisione l’applicazione pratica sul fondo, riducendo al minimo le zone di interpretazione e proteggendo sia la sicurezza (meno scintille e incendi) sia l’equità sportiva (meno stratagemmi grigi).
Ma perchè arriva? Le vetture del ciclo tecnico attuale, figlie della rivoluzione ad effetto suolo del 2022, sono macchine che vivono e respirano attraverso il fondo. È lì che si genera il grosso del carico aerodinamico, quel “collante” invisibile che permette a una vettura di F1 di divorare curve senza sbandare.
Gli skid block – le piastre sotto il fondo, fatte di materiali compositi tipo resine super-resistenti – servono a proteggere il fondo dall’asfalto e a garantire che l’altezza da terra rispetti il regolamento. Ma, come sempre in F1, i team hanno spinto al limite: assetti rasoterra, materiali al confine della legalità e, secondo alcuni, fondi che si flettono quel tanto che basta per spremere ogni grammo di downforce senza farsi beccare nei test statici.
La FIA, con l’occhio lungo, ha deciso di mettere un freno. La nuova TD, sbandierata prima del weekend di Montreal, punta a due obiettivi: garantire che nessuno bari con fondi troppo bassi o flessibili e proteggere la sicurezza
Ma entriamo nel cuore della questione: cosa dice questa direttiva e come ha scosso il paddock?
La direttiva non è un semplice ritocco, ma un intervento chirurgico che tocca tre punti nevralgici. Ecco cosa c’è da sapere:
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Skid Block sotto osservazione
Lo skid block (o “plank”) secondo l’articolo 3.5.9 del Regolamento Tecnico deve avere inizialmente uno spessore uniforme di 10 mm ± 0,2 mm e, al termine della gara, non può risultare consumato al di sotto di 9 mm (ossia una usura massima di 1 mm), anche dopo una gara intera, anche dopo aver preso botte continue dai cordoli. La FIA ha dunque alzato l’asticella: ora i controlli sono più severi, con misurazioni laser e scanner 3D che verificano l’usura dopo prove libere, qualifiche e gara. Se lo spessore scende sotto il limite, sono guai: penalità o squalifiche. Questo è un bel grattacapo per i team, perché un’usura eccessiva può tradire un setup troppo basso, una pratica che qualcuno (McLaren?) potrebbe aver usato per massimizzare l’effetto suolo. -
I fondi devono rimanere rigidi
Qui entriamo nella zona grigia che ha fatto storcere il naso a più di un ingegnere. Alcuni team, si mormora, avrebbero progettato fondi che si deformano appena sotto carico aerodinamico, abbassandosi di quel tanto che basta per spremere più downforce senza fallire i test statici di rigidità. La FIA ha detto basta: con la TD, arrivano test più approfonditi (anche se non è stato specificato in che modo e con che strumentazione i medesimi vengono effettuati) del fondo in pista. Se il tuo fondo danza troppo, violi l’articolo 3.2.2, che vuole componenti aerodinamici “fissi e immobili”. -
Setup rivoluzionati
Per stare dentro le nuove regole, i team devono alzare le vetture, riducendo l’usura degli skid block. Ma alzare il fondo significa perdere carico aerodinamico, una scelta che a volte può costare decimi preziosi. A complicare le cose, ci sono le mescole Pirelli 2025 (soprattutto la parte più morbida della gamma) che richiedono una gestione maniacale delle temperature. I team che dipendono da assetti rasoterra, come McLaren, dovranno sudare per trovare il bilanciamento perfetto, mentre altri, come Ferrari (specie alla luce dei problemi al fondo di inizio stagione) potrebbero trovare un minimo di vantaggio.
Il weekend canadese ha messo in mostra l’impatto della TD, con qualche sorpresa e tanto lavoro nei box. McLaren, che con la MCL39 sta dominando la stagione, non esce poi cosi bene dal decimo evento stagionale. Coincidenza? Vedremo nei prossimi appuntamenti.
Questa TD non è un fuoco di paglia ma un tassello verso il 2026, quando le nuove F1 con aerodinamica attiva e fondi semplificati cambieranno le carte in tavola. Per il 2025, i team dovranno correre ai ripari: materiali più duri per gli skid block, geometrie del fondo riviste e setup che bilancino prestazioni e conformità. Circuiti come Silverstone o Spa, con le loro curve veloci e carichi aerodinamici, saranno il vero banco di prova per vedere chi è stato più bravo a correre i ripari.