IndyCar | Palou cala la sesta, notte fonda per Penske

Alex Palou trionfa a Road America, mostrando ancora una volta la sua superiorità. Ma l'attenzione è tutta sul Team Penske, in caduta libera tra errori e strategie disastrose. Sarà la fine di un'era? Analisi approfondita delle performance di tutti i team e dei risvolti sul campionato.

Alex Palou festeggia la vittoria a Elkhart Lake per il GP di Road America #XPELGP (2025) Credits: NTT IndyCar Series via X

Alex Palou ha vinto il Grand Prix of Road America sul leggendario tracciato sulle rive dell’Elkhart Lake. Partito dalla seconda posizione, il pilota spagnolo ha atteso il pit stop del compagno di squadra Scott Dixon per prendere il comando e portare a casa il risultato grosso. Seconda posizione per Felix Rosenqvist (Meyer Shank Racing), terzo posto per Santino Ferrucci (A.J. Foyt Enterprises).

La corsa, caratterizzata da cinque neutralizzazioni a causa di vari incidenti, ha mostrato per l’ennesima volta la forza del nativo di Sant Antoni de Vilamajor. Partito secondo è stato lontano dai guai, attaccando solo quando è stato possibile farlo in totale sicurezza, lasciando davanti il compagno di squadra Scott Dixon sapendo che si sarebbe dovuto fermare al pit stop. Velocità, visione di gara, sangue freddo. Uno così, semplicemente, non lo batti. A chi già gridava al campionato riaperto, sono già sparite le illusioni. Vittoria, testa della classifica consolidata e ci rivediamo alla prossima. In tutto questo, occhio a Louis Foster del Rahal Letterman Lanigan Racing. Fare la pole qui, da rookie, è tanta roba.

Facendo una panoramica delle squadre, iniziamo subito dal piatto forte. Team Ganassi dopo due week end tra gli umani, decide che è tempo di girare l’interruttore e tornare a fare i marziani. Oltre alla vittoria di Palou, che quasi non fa più notizia, non si può non parlare di cosa ha combinato Scott Dixon. Partito venticinquesimo, ha condotto la gara fino a tre giri dalla fine, quando è dovuto rientrare per fare rifornimento. Peccato, perché il buon Scott ci ha abituato spesso a capolavori come questo, con una rimonta incredibile che lo ha portato a concludere la gara al nono posto. Palou lo sapeva, motivo per cui non ha nemmeno provato ad attaccare il compagno di squadra, lasciando semplicemente passare i giri per poi prendere il comando quando la vettura gemella è rientrata per lo splash finale. Lo spagnolo ringrazia e consolida il primato, Ganassi mette tre macchine in top ten e dimostra per l’ennesima volta di essere semplicemente il team da battere.

Se Ganassi ride, dalle parti di Penske si piange a dirotto. Ennesima gara buttata: con Josef Newgarden ritirato dopo un errore che lo ha spedito contro le barriere, Scott McLaughlin e Will Power fuori dalla top ten. Se un David Malukas dopo un primo giro passato praticamente nella ghiaia arriva settimo, c’è davvero tanto su cui riflettere. Va bene che le caution hanno rimescolato le carte, ma le hanno rimescolate per tutti. Non esistono scusanti, la squadra è completamente allo sbando e serve un deciso cambio di rotta. Che i piloti siano nervosi e facciano errori è indubbio, ma è altrettanto oggettivo che le strategie di gara non gli vadano mai incontro. Molto preoccupante la situazione di Josef Newgarden: la numero 2 veleggia costantemente a metà classifica, con la tendenza più o meno costante a non finire le gare. Qualcuno salvi il soldato Josef, ma faccia presto.

Arrow McLaren sempre e comunque in altalena. Tiene alti gli onori il giovane Nolan Siegel giunto ottavo, mentre Pato O’Ward e Christian Lundgaard con velleità di alta classifica, sono arrivati rispettivamente diciassettesimo e ultimo. Troppi errori, troppi nervosismi. L’impressione è che il team papaya sia tra quelli più sensibili agli stravolgimenti dati dalle caution, un aspetto che in IndyCar va sempre tenuto in considerazione. Sbagliare la gestione di una neutralizzazione può farti finire in fondo al gruppo, c’è da fare uno switch subito, a partire dal prossimo appuntamento.

Team Andretti Global, come sempre, a due facce. Tiene botta Kyle Kirkwood giunto quarto, sprofonda Colton Herta arrivato sedicesimo, con Ericsson ventunesimo. Sembra che la vettura numero 27 sia la sola a poter rivaleggiare un po’ con Alex Palou, ma guardando anche la stagione passata, sembra che Andretti faccia fatica ad avere lo stesso standard su più di una vettura. Lo scorso anno Hertha ha conteso il titolo a Palou fino alla fine, quest’anno sembra lontano parente ed è salito Kyrchwood. lo ripeto ancora una volta: non si può battere Ganassi giocando a una sola punta, l’obiettivo di Andretti adesso dev’essere quello di mettere la numero 26 costantemente in alta classifica. Anche Marcus Ericsson giunto ventunesimo ha senz’altro un potenziale superiore rispetto a quello fin qui espresso.

A.J. Foyt Enterprises si conferma ormai come team stabilmente nelle posizioni che contano. Santino Ferrucci di  nuovo a podio con la macchina completamente nera per ricordare Marlyne Sexton, CEO di Sexton Properties Estate, main sponsor della vettura numero 14. David Malukas dopo l’incidente al via è stato semplicemente formidabile e ha chiuso settimo una gara tutta in rimonta e caratterizzata da una strategia perfetta. Si parla insistentemente di Malukas come principale candidato per passare nel Team Penske il prossimo anno ma, forse, è meglio pensarci bene. Il team di A.J. gira a meraviglia e, se continua cosi, le vittorie arriveranno presto. Andare in un team prestigioso è il sogno di ogni pilota, ma se la squadra è allo sbando si rischia facilmente di perdere la strada. Anzi, allo stato attuale, se fossi uno dei ragazzi di Penske cercherei di fare di tutto per fare il percorso al contrario.

TEAM Prema prosegue il percorso di crescita e piazza Callum Ilott in quindicesima posizione. Peccato per il ritiro di Robert Shwartzman, ma quando si è nella pancia del gruppo, fare un errore è molto semplice. La squadra c’è e sta crescendo, l’obiettivo da qui a fine stagione sarebbe quelli di raggiungere una top ten. Ilott partiva dalla nona posizione e occhio, perché a Road America non è affatto un risultato banale per un team al debutto. Manca ancora uno step, ma si sta seminando bene e i risultati iniziano ad arrivare.

Adesso una settimana di pausa, poi si va a Mid-Ohio!