In F1 era il 2 Settembre del 2018, e sulle televisioni italiane andava in onda il GP d’Italia, trasmesso in chiaro dalla RAI. L’ultima gara della F1 trasmessa dalla TV di Stato Italiana. Potremmo dire che d’allora niente è come prima, tanto per usare una frase ad effetto. In realtà tante cose sono cambiate, dentro e fuori la pista, e per i tanti appassionati che non possono permettersi di girare il mondo, spendendo milioni, per seguire dal vivo tutti i weekend di gara, d’allora sono rimaste due possibilità.

O abbonarsi all’emittente satellitare che ha acquistato i diritti per trasmettere in esclusiva le gare, oppure attendere l’inizio della differita. Alla fine, fino a qualche tempo fa, anche per chi era proprio “taccagno” e non voleva investire parte del suo stipendio nell’acquisto di una bella e geometrica parabola, bastava che si armasse di buona pazienza, attendendo con ansia l’inizio di un GP che era finito due ore prima.
Ma oggi, è divenuto difficile riuscire a non sapere in diretta il risultato della gara. E che piacere c’è a guardare una gara di cui già si conosce la classifica finale? Una speranza, forse un’utopia, e che la F1 torni nelle mani di mamma Rai. Noi di Pit Talk l’abbiamo chiesto al grande commentatore radiofonico dei GP proprio per la RAI Manuel Codignoni:

“Io so che un tentativo, o forse meglio, un sondaggio c’è stato un anno e mezzo fa, ma si è trovata una certa rigidità dall’altra parte. Il problema è che la Rai certe cifre non le può proprio spendere per dei vincoli del bilancio statale.”
Quindi pur volendo spendere, non si può. L’altra parte di cui parla Codignoni è la FOM, ossia l’ente della F1 che si occupa della vendita e gestione dei diritti televisivi, che effettua le riprese in pista e che organizza il calendario degli eventi sportivi. Inoltre è sempre la FOM ad investire i soldi che guadagna, principalmente dalla vendita dei diritti televisivi, in circuiti e in paesi che ancora non ospitano la massima serie automobilistica, per incrementare i fans.
Giunti a questo punto ci sorge un dubbio. Formula One Management è un’azienda, e come tale punta al guadagno, punta a conseguire più utili possibile. Ma ciò sta portando l’azienda ed i suoi interessi, sempre più lontana dallo sport. Dunque si cercano nuovi tifosi o semplicemente nuovi fans da spennare?
In un simile ambiente, con delle prospettive future che vedono un distacco sempre maggiore dallo sport, in virtù di guadagni sempre più cospicui, appare impossibile che per la TV di Stato italiana ci sia una qualsivoglia speranza. Anche se, per Manuel Codignoni, telecronista dei GP per Rai Radio 1, la partita non è ancora chiusa:

“Le possibilità sono 2. Ottenere i secondi diritti, così come succedeva una volta da Sky per trasmettere la metà dei GP in chiaro e la metà in differita pagando a Sky; Oppure che Liberty Media decida che l’Italia abbia bisogno di un’ emittente in chiaro per ampliare il parco, si metta una mano sul cuore e consenta di pagare i diritti un po’ di meno”.
Delle due la prima ipotesi è la più plausibile. Sarebbe sufficiente raggiungere un accordo economico vantaggioso per l’emittente satellitare. La seconda ipotesi la giudico troppo sentimentale. Dubito che in Liberty ci sia qualcuno con un cuore che batte per la passione e non per i soldi. Avere la possibilità di vedere in chiaro, se non tutte, una parte dei GP sarebbe un modo per riavvicinare giovani e famiglie a questo sport. In una società che, per svariate ragioni, e sempre più isolata, la F1 potrebbe tornare ad essere l’occasione perfetta la domenica per incontrarsi in famiglia, con gli amici, guardando uno sport vecchio di 75 anni ma innovativo e futuristico. Come detto da Codignoni:
“Certe cose hanno valore anche perché trasmesse in chiaro dalla televisione pubblica”.
Federico Barbara