In F1 uno dei temi più discussi dell’attuale stagione di è l’evidente superiorità di Max Verstappen rispetto al suo compagno di squadra Sergio Perez. Molti osservatori, nel tentativo di spiegare questo divario, hanno ipotizzato che la Red Bull RB20 sia stata sviluppata seguendo le preferenze di Verstappen, trascurando lo stile di guida di Perez. A fare chiarezza su questo tema è intervenuto l’ingegnere Luigi Mazzola, ex responsabile dello sviluppo vetture in F1 alla Ferrari durante l’era Schumacher, ai microfoni della trasmissione PitTalk. Secondo Mazzola, l’idea di un’auto “cucita” su misura per un pilota non corrisponde alla realtà dello sviluppo in F1.

“Ma esiste ancora questa possibilità? O è mai esistita direi io la possibilità di disegnare una macchina sulle caratteristiche tecniche di guida di un pilota anzichè su un altro? No, dimentichiamocelo questo. Andiamo a vedere nel particolareggiato la situazione. Un progettista quando parte per progettare una macchina ha certi determinati parametri che lui vuole raggiungere.”
“Sostanzialmente cos’è che si vuole raggiungere? A parte il motore che tiriamo via dall’equazione, una vettura che sia efficiente, quindi che abbia carico aerodinamico e che abbia poca resistenza all’avanzamento. Quindi questo è quello che lui cerca di fare. Ora, non basta, serve anche che la macchina abbia un bilanciamento, ovvero che la macchina si comporti in maniera neutra per quanto riguarda la guida del pilota.
“Niente sovrasterzo, e soprattutto nei transitori, che sono le cose che danno fastidio ai piloti, ovvero il transitorio qual’è? Approccio alla frenata, quindi frenata, mid corner, quindi metà curva, e poi uscita. Queste sono le tre fasi dove la macchina cambia in termini di altezza, cambia in termini di roll e quindi cambia anche la distribuzione interna delle forze sia a livello di meccanica che anche a livello di aerodinamica. Ora, fatto tutto ciò tu vai in pista e ti ritrovi una macchina che poi è il frutto di tutto questo pensiero. Che potrebbe essere esattamente quella, meglio di quella o peggio di quella!”

“No, dopodichè, perchè questa è la storia. Dopodichè meglio, meglio vuol dire che c’è più carico, più efficienza e ne guadagnano tutti i piloti. Qualsiasi pilota che ci sia ne guadagna! È uguale a quello che si pensava che si fosse progettato? Perfetto! Allora a quel punto avremo una macchina che avrà quelle caratteristiche per cui il progettista ha pensato, e quindi avrà una macchina performante. Peggio, ora andiamo a vedere che cosa è stato peggio, peggio potrebbe essere meno carico, peggio potrebbe essere che ha più resistenza all’avanzamento di quello che si pensava. Peggio potrebbe essere che la macchina è più difficile dal punto di vista del bilanciamento.”
“Ecco lì dove interviene il pilota. Il pilota in quel punto potrebbe essere favorito o sfavorito da questa situazione. Nel senso questo, il pilota che predilige il sovrasterzo predilige il pilota che accetta il sovrasterzo. In qualche modo il sovrasterzo ma che predilige il sottosterzo per una macchina stabile. Se quello che viene fuori dalla macchina Ë sovrasterzante nelle varie transitorie il pilota che predilige il sottosterzo si trova male e viceversa.”

Ph: Red Bull racing via X
“Il pilota che invece vuole una macchina puntata sull’anteriore e tutto il resto invece che ha un sottosterzo endemico, un sottosterzo dentro che fa fatica a tirarlo via e chiaramente si trova male. Quindi diciamo è una casualità, ecco, che un pilota si possa trovare meglio con una macchina o peggio con un’altra. Però non che sia stata studiata apposta. Dopodichè c’è l’assetto. Lì dove effettivamente un pilota, insieme ai propri ingegneri può lavorare per fare in maniera tale che la macchina sia favorevole a lui stesso.”
Lo sviluppo di una vettura non asseconderebbe mai lo stile di un pilota, ha dichiarato Mazzola, ma punta piuttosto a massimizzare il carico aerodinamico riducendo la resistenza. Ha poi aggiunto che anche ai tempi della Ferrari, il collaudatore Luca Badoer, con uno stile di guida diverso da Schumacher, contribuiva allo sviluppo della vettura. La fase di personalizzazione avviene solo nel set-up, cioè nell’ultima parte della preparazione della monoposto.

Le parole di Mazzola sembrano smentire l’ipotesi di una Red Bull che favorisca deliberatamente Verstappen rispetto a Perez. Tuttavia, la domanda rimane: la direzione di sviluppo intrapresa dalla Red Bull in F1 è la più sostenibile? Prima di Perez, altri due piloti di talento hanno fallito nel secondo sedile del team austriaco: Alexander Albon e Pierre Gasly. Piloti che, in altre scuderie, hanno dimostrato di meritare un posto in F1, ma che in Red Bull non sono riusciti a brillare. Questo fa pensare che la monoposto sia estremamente esigente e difficile da portare al limite, un’arma a doppio taglio.
La situazione ricorda quanto accaduto in MotoGP con il team Honda, che, dopo l’uscita di scena di Marc Marquez, unico capace di dominare quella moto, si è ritrovata in difficoltà, iniziando un periodo di pochezza di risultati che tutt’ora perdura. Anche per Red Bull, una dipendenza troppo marcata da Verstappen potrebbe rivelarsi un rischio in caso di una sua eventuale assenza o calo di performance, con conseguenze potenzialmente disastrose per il team.
Alberto Malinverno