F1 | Acqua nelle gomme: ennesima accusa di Red Bull a McLaren

F1 - L'ennesimo capitolo della diatriba Red Bull-McLaren vede quest'ultima accusata di gonfiare le gomme con un quantitativo di acqua (o vapore) al fine di abbassare le temperature e rendere più costanti i tempi sul giro in gara. Cerchiamo di approfondire.

L’ennesima saga della diatriba tra Red Bull e McLaren è andata in scena nella bagnatissima giornata di sabato in quel di Interlagos, quando i media hanno ufficialmente saputo che Red Bull ha presentato una denuncia formale alla FIA, accusando gli avversari di Woking di utilizzare una tecnica illegale di raffreddamento degli pneumatici.

In particolare, Red Bull sostiene che gli pneumatici della McLaren vengano riempiti con acqua, una pratica che potrebbe ridurre il surriscaldamento e migliorare le prestazioni. La FIA ha avviato un’indagine per verificare la legittimità di queste accuse, ma Pirelli, il fornitore ufficiale di pneumatici, non ha riscontrato anomalie evidenti fino ad ora.

Cerchiamo di andare un attimino più nel dettaglio. Parlare di acqua forse è fuorviante. Acqua è anche il vapore acqueo e forse in questo parametro vi è la chiave della questione. Come ha spiegato Mario Isola, le gomme vengono gonfiate con aria secca, ovvero aria senza alcuna forma di umidità per evitare problemi di rilevamento delle pressioni (evidentemente i sensori vanno in crisi con particelle di acqua tipo drops o goccioline varie). 

Ora l’accusa parla indistintamente di acqua ma anche soltanto il vapore, sebbene possa mandare in crisi la sensoristica, permetterebbe di fungere da mezzo per abbassare le temperature tra l’interno dello pneumatico e la carcassa esterna, andando a scaricare questo calore direttamente sul cerchione (in pratica, quest’ultimo di riscalderebbe mentre l’interno gomma si raffredderebbe). E questa sarebbe una pratica molto apprezzata dal (o dai) team in quanto regalerebbe costanza di prestazioni, specie quando gli pneumatici si trovano non agli inizi del loro ciclo di vita.

Insomma, meglio una temperatura più bassa e la costanza di rendimento che uno “sfarfallare” delle pressioni. Tra i due mali, certamente sarebbe preferibile il primo visto che garantirebbe medie di tempi sul giro più elevate. 

E dunque è tutto qui. L’ennesimo capito della saga è appena cominciato e non è detto che possa coinvolgere soltanto i due litiganti per il titolo mondiale piloti. Vedremo come evolverà. 

Francesco Svelto
Francesco Svelto
Non tifo e non simpatizzo squadre e piloti. Amo tutto ciò che è pure-racing a 4 ruote! Nota bene, ho scritto "pure-racing".

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