Alla fine è stata la prima volta – in diciassette edizioni – in cui non è entrata neanche una safety-car al GP di Singapore, e già questo potrebbe essere una buona indicazione di come i piloti se ne siano guardati bene dallo spingere alla follia in una gara, quella andata in archivio poco fa, che ha avuto qualche spunto di interesse o poco più.
Alla partenza – e per la prima volta – Lando Norris riesce a sfruttare la sua pole-position e concludere in testa il primo giro. E a dirla tutta, non solo il primo giro ma tutta la gara. Le McLaren-Mercedes erano in palla oggi ma a intrufolarsi ci ha pensato Max Verstappen, che con tanto di suo si è infilato tra i due di Woking per piazzare la sua Red Bull al secondo posto finale.
Beh, “infilato” non è proprio il termine giusto. Diciamo che Max ha confermato la sua posizione di partenza e non ha avuto troppe possibilità di attaccare Norris che, davanti, ha impresso un ritmo per lui insostenibile.
Dietro è capitato francamente poco. Mercedes ha confermato quanto visto nelle due giornate precedenti, ovvero che per questo weekend era la quarta forza in campo, certamente dietro la Ferrari che ha pagato la qualifica (lo scrivevamo ieri).
Proprio la Ferrari ha dimostrato di avere passo, e tanto (anche se con una sola delle due macchine). Forse non per insidiare la vittoria finale ma se ci fosse stata una qualifica “normale” una delle due rosse avrebbe potuto provare a dare fastidio certamente a Verstappen per la piazza d’onore. Lecerc alla fine ha concluso al quinto posto, dopo aver rimontato in maniera furiosa dalla quinta fila ed essere arrivato addirittura a scavalcare Hamilton che partiva in P3. Diverso il discorso di Sainz, che oggi ha inciso poco e addirittura ha rischiato di farsi doppiare sul finale di gara (lo spagnolo è arrivato a 96 – novantasei ! – secondi dal leader). Due facce quindi per Maranello.
Plauso e menzione d’onore per Daniel Ricciardo e non certamente per aver conquistato il giro veloce in gara, che pure è un elemento degno di cronaca. Il pilota australiano sembra aver finito i suoi giorni in Formula 1: in tanti, ma soprattutto il suo linguaggio del corpo, le sue lacrime e le sue parole, dicono che Red Bull sta pensando ad un avvicendamento per il suo sedile, con il neozelandese Liam Lawson che potrebbe succedergli già dalla gara di Austin tra tre settimane e fino alla fine del mondiale.
Dispiace per Ricciardo ma la Formula 1 (ed Helmut Marko) non perdona: in Red Bull cercano il compagno ideale per Verstappen e con il team-B che hanno proveranno a trovarlo tra i driver a disposizione. Le occasioni, Daniel, le ha avute. A volte ha performato bene, altre no. Ma possiamo dire con quasi assoluta certezza che il Ricciardo che avevamo ammirato in Red Bull e che a volte dava anche la paga al giovane Verstappen è lontano, forse sparito per sempre. Rimarchiamo il fatto che non vi è ancora nulla di ufficiale ma la pausa che c’è da Singapore ad Austin potrebbe chiarire tutto in tal senso. In bocca al lupo Daniel, rimani un grande di questo sport.
Danny Ric ❤️
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