domenica, Dicembre 8, 2024

IndyCar | Il successo di Will Power a Road America

Will Power torna al successo in IndyCar dopo oltre due anni dalla sua ultima affermazione. Sul circuito di Road America, ennesima vittoria del Team Penske in una stagione tanto incerta quanto entusiasmante.

L’appuntamento di Road America sul tracciato di Elkhart Lake, nel Wisconsin, sancisce il ritorno della serie americana su circuiti permanenti, dopo l’appuntamento sul cittadino di Detroit. 55 giri di adrenalina, che hanno sancito -finalmente- il ritorno alla vittoria di Will Power. L’australiano grazie a una tattica di gara perfetta, è passato in testa nelle fasi finali e ha portato a casa il risultato.

Will Power interrompe così un digiuno che durava da Detroit 2022, il che significa che non vinceva da 34 gare. Penske monopolizza il podio, cosa decisamente poco frequente in IndyCar. Basti pensare che l’ultima volta che è successo era il 2020 ad opera di Andretti Global. Al secondo posto si è classificato Josef Newgarden con Scott McLaughlin terzo.

Dalla pole position partiva Linus Lundqvist (Chip Ganassi Racing), ma il tamponamento del compagno di squadra Marcus Armstrong ha vanificato tutto, provocando la prima caution. Josef Newgarden (Team Penske) ha evitato la carambola per un pelo, ma ha toccato Colton Herta (Andretti Global) mandandolo in testacoda. Le caution sono state in tutto tre, e tutte nei primi giri.

Come detto poc’anzi, il capolavoro del Team Penske -e di Will Power soprattutto- è stato, nella strategia di gara.

Newgarden ha completato i primi 17 giri della gara con gomme morbide, mentre McLaughlin e Power sono rimasti con gomme dure per le prime due soste. A questo proposito, è utile precisare che le regole Indycar stabiliscono che i piloti debbano utilizzare entrambe le mescole di pneumatici per almeno due giri. Avendo smarcato le morbide a inizio gara, sembrava che Newgarden potesse involarsi verso la vittoria, con i i suoi due compagni di squadra obbligati a uno stint con le morbide nella seconda metà della gara.

Lo snodo cruciale della corsa è arrivato con gli ultimi pit-stop del trio Penske. McLaughlin è arrivato per primo ai box, smarcando le morbide per le dure alla fine del giro 42. Newgarden è rientrato ai box un giro dopo, rimanendo con un ultimo treno di gomme morbide, Ed è uscito dai box ben prima di McLaughlin, poiché la strategia dell’overcut ha funzionato.

Power ha aspettato fino alla fine del giro 44 per sostituire le sue gomme morbide con un nuovo set di Firestones duire. Il più ardito degli overcut si è rivelato la scelta migliore quando Power è uscito dalla pit lane davanti a Newgarden. Quest’ultimo ha fatto un ultimo tentativo di sorpassare Power all’inizio del giro 46, ma non è riuscito a completare la manovra. Power è poi passato al comando alla quarantanovesima tornata quando i piloti più lenti con strategie diverse hanno effettuato le loro ultime soste, e da quel momento in avanti ha gestito fino al traguardo.

L’australiano ha poi dichiarato:

“Tutto ciò è speciale. Abbiamo lavorato molto duramente per cercare di ottenere vittorie. Ho lavorato davvero tanto durante l’inverno. Ovviamente la scorsa stagione è stata molto stressante. Avevo metà mente a casa e metà in pista, quindi era molto difficile ottenere prestazioni di livello. Sono entusiasta, si tratta di un grandissimo risultato per la squadra”

Nella sua intervista, Will Power si riferisce al fatto di essersi occupato della moglie durante tutta la scorsa stagione, a causa di una grave malattia dalla quale sembra essere fortunatamente guarita.

Nel post gara, è assolutamente necessario spendere più di due parole su Colton Herta del Team Andretti. Il californiano è stato tamponato alla prima curva e ha terminato in sesta posizione dopo essere ripartito in fondo al gruppo e aver danneggiato il diffusore della vettura (e provocando la seconda caution – NDR). Qualcuno l’ha definita una rimonta straordinaria, altri lo definiscono un pilota semplicemente perseguitato dalla sfortuna. Niente di tutto questo e, chi mi conosce, sa che per me la sfortuna nel motorsport non esiste.

Stavolta Newgarden l’ha tamponato, ma sarebbe ora che qualcuno gli parlasse chiaramente. Colton è un pilota velocissimo, il più giovane a vincere una gara della IndyCar, ma senza raziocinio si va poco lontano nelle corse. Alla Indy500 l’incidente che l’ha messo fuori gara è stato un suo errore. A Detroit partiva dalla pole position, il trambusto della pioggia lo ha fatto finire indietro e, nel tentativo di rimontare, è andato a frenare sul bagnato con gomme slick. Per non parlare dei numerosi errori anche nelle passate stagioni. Colton non è più un rookie: ha dimostrato di poter fare pole position, podi e vittorie. Urge una sterzata, o il rischio di trasformarsi in incompiuto è dietro l’angolo.

Andando avanti, come non parlare del caso scottante del momento, ovvero la sospensione di Agustìn Canapino da parte del Team Juncos Hollinger Racing, il quale in seguito al fattaccio che ha costretto alla sospensione del pilota argentino, ha perso la partnership con il Team Arrow McLaren. C’è chi si indigna e chi, addirittura, non ha guardato l’appuntamento di Road America data l’assenza del pilota sudamericano, ma la verità è che il ragazzo è recidivo e, ancor di più, lo sono i suoi tifosi. Ma andiamo con ordine: durante il Grand Prix of Detroit, Théo Pourchaire (Arrow McLaren) ha toccato per ben due volte la vettura dell’argentino. Comprensibilmente, si è aperto il contatto radio e, nonostante i bip, le parole espresse da pilota e Ricardo Juncos, proprietario del team, lasciavano ben poco spazio ai dubbi. “Idiota”, “Figlio di…”. Il problema è che la faccenda è trascesa, finendo sui social dove il pilota francese dell’Arrow McLaren è stato ripetutamente minacciato di morte da parte dei tifosi di Canapino.

https://twitter.com/TPourchaire/status/1797751884700127467

L’argentino, dal canto suo, invece di pubblicare un post dove si dissociava da certi atteggiamenti, non ha esitato a mettere like a post che minacciavano e insultavano Theo Pourchaire. È da qui che è scattata la sospensione, e meno male, aggiungerei io. Sì, perché il vizietto di minacciare di morte chiunque danneggi il loro beniamino è qualcosa di ben noto all’interno della tifoseria di Canapino. Per informazioni e chiarimenti chiedere a Callum Ilott che, per altro, pare essere ancora ben presente nei ricordi di questi signori:

Il nativo di Arrecifes, dal canto suo, ha cercato di sdrammatizzare dicendo che:

“Noi argentini siamo passionali ed euforici, ma ciò non significa che dobbiamo essere accusati di ciò che non siamo, pertanto rifiuto fermamente generalizzazioni e di essere inserito categorie che non meritiamo.”

Benissimo. Peccato che rimanere in silenzio e mettere like a post di minacce contro un collega non sia il miglior modo per eludere le generalizzazioni. Secondo poi, da un lato troviamo la NTT IndyCar Series che promuove iniziative atte all’inclusione e all’aiutare bambini malati e persone bisognose, dall’altro ci ritroviamo tifosi con atteggiamenti di questo tipo. Ogni ulteriore commento è superfluo.

Finalmente una prestazione solida di Romain Grosjean. Per lui vale un po’ il discorso di Colton Herta. Quando smette di pensare a litigare con i suoi colleghi e si concentra sulla performance, vengono fuori delle gare di livello. Settimo posto finale con tanto di sorpasso a Pato O’Ward (Arrow McLaren). A inizio stagione, con l’arrivo nel team Juncos Hollinger Racing, il pilota svizzero aveva promesso ottimi risultati. Li promettiamo un po’ più spesso, Romain? Posizione 22 per Luca Ghiotto, che continua nel suo apprendistato.

Prossimo appuntamento il 23 giugno per il Firestone Grand Prix of Monterey, sul leggendario circuito di Laguna Seca. Rimanete sintonizzati, ne vedremo delle belle.

Fabrizio Bianchini
Fabrizio Bianchini
Da sempre appassionato di motorsport, specialmente del motorsport "old style" fatto di pazzia, romanticismo e odore di gomma bruciata.

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